Lettori fissi

sabato 12 novembre 2011

Questione di ... mordente!

'Hai perso mordente!' mi dice con un'occhiata in tralice Patty ...
Ho perdo mordente .. ma veramente, se mordo qualcuno, una vipera verrebbe considerata innocua al mio confronto!
Il problema non sono io ad aver mollato, ma gli altri che non mi danno più stimoli.
Ad esempio: come fai ad arrabbiarti col marito che lascia in giro briciole del suo quotidiano? Ciabatte, cinture, calzini, bigliettini, chiavi, etc .. etc.
E quando solo ti azzardi ad alzare la voce, per dimostrargli che 'ah-ha, ti ho visto!' lui ti guarda con una rapida occhiata, ti scruta un attimo e poi ti molla lì, come un pezzo di baccalà salato ed indirizzito dal freddo, senza dirti un merito 'bhé ..!'
E i tuoi figli? Ah bhé, lì si che si vede chi comanda!
'Mamma oggi a scuola ... ', 'Mamma mi serve ...', 'Mamma, mi aiuti a ...'
Ok, sono la mamma e di solito questo le mamme lo fanno!
Ma più che teletrasportarmi nel giro di un nanosecondo da una parte all'altra della casa e della città, sapere tutto e dare le soluzioni prima ancora di aver formulato la domanda, riuscire a svolgere i loro quesiti che si tratti di matematica o una lingua straniera mai studiata, posso materialmente fare anche quello che loro hanno appena in accennato tra i pensieri?
E vale la risposta alla mia prima chiamata di aiuto 'Ma sono impegnato!!'
Caspita, sono impegnati!! Cosa credevo? di avere figli 'nullafacenti'??
Certo che se toccasse a loro salvare il mondo o fare la mia vita, eh già che sarebbe un gioco da ragazzi! Che ci vuole? Se riesco a farlo io ...
Ma al lavoro si giunge all'apice dell'apoteosi ...
Avete presente un 'circo equestre'?? Bene!
Solo che qui la situazione è più triste di un clown che non fa ridere ..
Oh abbiamo pagliacci, intrattenitori, imbonitori, paparazzati, soubrette, apprendisti stregoni, ma direi che necessitiamo di materia prima, ossia gente che lavora!
E quando ci si osa lamentarsi, ecco lì la solita 'pirla' di saggezza: 'Tu che sai tutto e quello che non sai te lo inventi, secondo te, come devo fare in questo / quel caso?'
Eh già, bello così, essere il data base umano di uno che fa il dirigente e non ha la minima idea del perché è pagato!
Ma che ingrata che sono! E' dura la vita del dirigente, del responsabile, del capoufficio .. loro ci mettono il nome, la reputazione .. peccato che io ci metta la faccia, lo stipendio ed eventualmente, se l'utenza non è tanto d'accordo, anche una passibile denuncia.
Ma datemi degli stimoli veri, datemi qualcosa per poter essere me stessa ...
E poi ti ritrovi a chiederti il perché hai perso il mordente ...
Forse perché mi è montata la super-incazzatura????

lunedì 29 agosto 2011

E finalmente la mia prima intervista ...
http://www.napolimisteriosa.it/theresa-romano-limportanza-della-acca-e-della-musica-per-la-scrittura-di-unaltra-autrice-chichili-agency-italia/

martedì 12 luglio 2011

Blink!

Ti osservo pensosa e ancora una volta mi chiedo perché non volessi prenderti con me… Sì, in effetti ero partita con l’idea di prenderlo blu, lucido, piatto e brillante e invece … mi guardavi dal tuo ripiano, così grigio, opaco, un po’ ingombrante … ma mi hai conquistata!
Te lo ricordi, Blink?
Mi hai dato un sacco di problemi: non volevi avviarti, non ti piaceva il programma, non accettavi la periferica esterna … ragazzo mio, se mi hai fatto penare!
E poi, devi aver avuto pietà di me .. Una sera alle 11, mi ricordo, che ti sei acceso, hai lampeggiato un po’ con quella spia arancione e poi … hai spalancato il tuo Windows …
Sei stato una favola e ora … a distanza di tre anni, sei quello che mi fa compagnia nelle mie lunghe notti a studiare o scrivere …
Chi l’avrebbe detto: sono finita a parlare con il mio personal computer!
Ti ho persino dato un nome, ‘Blink’, da quel suono un po’ ridicolo che hai fatto quando ti sei deciso ad accenderti …
Dì la verità, non ti aspettavi che fossi così tenace, eh? Non mi conoscevi ancora … Ma ti ho vinto per resistenza o per sfinimento?
Lo so, ti sfrutto in maniera orribile: musica, foto, testi, raccolta di immagini … Che potenza che hai!
Però, ammettilo, ti tratto bene .. meglio degli esseri umani!
Come sarebbe, che lo faccio solo perché non ti puoi difendere? Certo che ti difendi … e in maniera subdola, poi!
Ti pianti nel bel mezzo dell’elaborazione di una foto, ti incanti sulle peggiori canzoni che io abbia mai ascoltato, ti spegni … su una pagina word che non recupererò mai più!
E’ solo un caso??? … Non credo alle coincidenze, perché le cose strane capitano solo a me … e tu non sei me!
E ora sei depositario dei miei pensieri, dei miei ricordi, dei miei sogni e dei miei dolori …
Non posso lasciarli altrove, dove nella realtà sai benissimo che Tracy non esiste, ma dentro il tuo cuore di metallo e chip, vivrà libera da quegli schemi che lei tanto odia, perdendosi nel suo sogno di … un’isola deserta, con la sua palma di cocco, una sdraio, dei piranha di guardia e … gli squali che addentano eventuali piccioni viaggiatori che cercano implacabili di recapitare un messaggio!
Ti lascio, Blink, con il tuo desktop che raffigura uno splendido pontile in mezzo al mare e il sole al tramonto …
Manda nei miei sogni un po’ di serenità come quella che mi doni, quando scrivo le mie strampalate storie!

Come posso ...

E fisso un cielo stellato
Chiedendogli di fare luce nel mio cuore
Come posso dargli voce?
Come può esso dire ciò che prova, senza essere banale?
Chissà perché si cerca di non essere mai banali,
E si cercano altrove poeti che sappiano parlare per noi.
Quante frasi celebri, quanta poesia
Ma chi può dirti più di me quello che sento?
Chi può raccontarti dei battiti accelerati del mio cuore
Al solo sentire la tua voce, al solo tuo ricordo
A quel tocco che mi accarezza l’anima fino nel suo profondo?
Come posso essere banale, se ti dico quanto t’amo …
Come posso essere originale a dirti quel che provo …
Come posso essere me stesso ed essere te allo stesso modo!
Chi può dire dove comincia il mio essere
E dove finisce il tuo.
Chi può separare scientemente le mie braccia dalle tue
O capire il confine di un bacio rubato da uno dato con passione.
I tuoi occhi che mi cercano,
le tue mani che mi trovano,
la tua anima che mi accoglie.
Oh sì, posso essere maledettamente originale
A dirti che voglio nascere dai tuoi occhi e morire sulle tue labbra,
ma sarò dannatamente banale
nel dirti che sono perdutamente
perso nel tuo cuore.

giovedì 7 luglio 2011

Attenzioni ...

Non ci credo! Lo so che vivo ai margini del mondo, che continuano a dirmi che il medioevo e i suoi eroi sono scomparsi, che le maghe e le streghe sono state bruciate e gli angeli abbattuti … ma questo no!
Eppure, quando mi guardo allo specchio, pur non piacendomi, credo di avere tutte le fattezze che indichino che sono di sesso femminile: il trucco agli occhi, i capelli lunghi e colorati, le scarpe con un po’ di tacco, la minigonna (ogni tanto!), il piumino viola … e mi fanno avances … le donne!!!
Situazione: vado ad un corso di formazione, preparata nella forma migliore, in modo da invogliare il relatore a finire presto e mandarci a casa, sbattendo anche gli occhi e facendo domande intelligenti … E a un certo punto, vedo la mia amica-collega, fissarmi con ironia e sorridere in modo ebete! Dopo tre minuti (non reggo di più a quelli che mi fissano con il sorriso) e la domanda sulle labbra: “Ma che diamine ti ridi?”, la vedo fare un cenno ad indicare le mie spalle.
Mi slogo quasi il collo a girarmi (eh sì, l’artrite cervicale aiuta in questi casi!) e fisso lo sguardo in due occhi blu, truccatissimi, che mi fissano curiosi … vabbé, lo so che sono sempre la macchietta dei corsi, quella che ne fa sempre una delle sue e non mi sbattono fuori solo perché l’ente ha pagato per mandarmi (sospetto che sia per togliermi dai piedi per qualche ora!) ….
Le sorriso e non capisco: oddio, devo averla urtata con qualche parola? Non la conosco, quindi non posso averla offesa … Riformulo la domanda, più incazzata, alla collega pseudo-amica … E lei ride ancora e mi fa arricciare i capelli …
Io la strozzo! … Mi rigiro dalla bella ‘occhi fiordaliso’ e chiedo:
“Tutto ok? … Ho detto qualcosa di sbagliato?”
Mi avvicina il viso, sorridendo con le labbra scarlatte e allungando una mano, mi dice con voce suadente: ‘Io sono Iris della divisione …. (ometto!) .. Ma sei proprio simpatica! Ti andrebbe un caffè, dopo?’.
Oh, se per la prima volta qualcuna mi trova simpatica e mi offre il caffè … e ci vado, che diamine!
Sorrido e ritorno a fissare il relatore, mentre dietro di me sento sghignazzare senza ritegno le mie colleghe-quasi-morte!
‘Le becco fuori, tanto!’ penso furiosa, mentre do un calcio alla caviglia alla più vicina.
Pausa caffè! Vado alla macchinetta con Iris, che continua a rimettermi a posto una ciocca di capelli, mi sfiora il braccio mentre parlo o mi prende la mano … Niente, penso che sia una tipa strana, ma … non raccolgo! Stiamo parlando di fantascienza, pensa se mi accorgo di altro!!
… Però mi si arricciano i peli nella schiena, mentre sento ancora risate ronzarmi in testa!
Fermi tutti: le vibrazioni negative proliferano e all’improvviso mi sento a disagio! … Vedi che il dna da strega-vampira, aiuta?
Mi scuso con il mio massimo sorriso, abbranco la mia amica-collega-stronza e le chiedo: “Che mi sono persa???”
Cerca di fare la disinvolta, ma si vede che trattiene i singhiozzi … e, intermezzando la verità, con qualche risata, mi racconta tutto …
Oddio! Sono proprio cozza o .. l’ultima delle stupide! E adesso?
La Iris continua imperterrita a fissare i miei jeans che oggi, noto, sono veramente aderenti … madonna che situazione! Sono imbarazzata, ma non so se per le sue occhiate o per le risate delle deficienti-amiche!
.. Respiro! Ohmmm … vabbé, testa dritta, sorriso sulle labbra e … attendiamo gli eventi.
Ritorno dalla bella fanciulla, riprendiamo il discorso, beviamo il caffè e …
Sorridendo mi dice che sono una ‘ragazza in gamba’, che le piaccio perché non mi sono fatta preconcetti su di lei (ha capito tutte le allusioni delle tre oche!), mi trova il suo tipo ideale … ma ha anche compreso che sono innamorata della mia famiglia, marito e figli compresi!
Però mi chiede se usciamo una sera insieme, a mangiare la pizza e ridere come buone amiche!
‘Che dici, mi metto un jeans a zampa di elefante?’ le dico sorniona!
‘Ma no! Metti una mini, e fai vedere che gambe hai!’ ride lei, mentre rientra in aula.
Eppure, senza avere alcun interesse verso di lei, mi ritrovo a pensare: ‘Che donna!’ … e lei sì, che ha gli attributi!!
… Io intanto, continuo a sbattere gli occhi al relatore .. non avrà i suoi neuroni, ma … mi angoscia meno!

Chi ha inventato l'ordine??

Ma dico io, da quanto tempo mi sto allenando? … Giorni, mesi, anni?
Ogni volta la stessa storia … passo giornate intere a rimettere in ordine cassetti, armadi, ripostigli …
Sospiro, riprendo le cose in mano, le riguardo, le riesamino: queste le tengo, queste le butto, queste … bhò … ma sono cose mie?
Sono sempre più convinta che esistano i fantasmi!
Ci sono cose che, giuro, non ho mai comprato, avuto, ereditato, eppure … miseriaccia: qui qualcuno si diverte a farmi degli scherzi!
Come tutte quelle scomparse per tempo immemore che ho cercato disperatamente, senza alcun esito .. e poi ricompaiono magicamente, nello stesso posto dove le ho cercate …
Sì, si sono materializzate da dimensioni sconosciute, dove hanno soggiornato per tutto questo periodo, ridendo alle mie spalle e per i miei infruttuosi tentativi di identificazione!
Ma tanto vi scovo, dannatissimi spiritelli maligni, e giuro che non ci sarà posto, in questo universo o quelli paralleli, in cui potervi nascondere!
E ora sono qui, con i capelli come quelli di Medusa e gli occhi di Circe a cercare un foglio (maledetto!) che ieri ho lasciato con cura sulla scrivania …
Forse l’ha spostato la donna delle pulizie … cerco ancora e mentalmente ripasso le inutili e quanto meno ridicole regole di respirazioni (… non hanno mai funzionato con me … posso contare fino a 100000000000000000000000000000000000000000, ma appena rilascio il fiato, comincio a #### come una dannata!).
E questo ‘coso’ che vola, mhò che vuole??? Ci mancano anche i moscerini a farmi girare i ‘venerdì’ …
Respira, Tracy, respira … ohmmm, ohmmm … era qui, l’ho visto, che diamine!
Starò invecchiando (evviva, avrò la scusa dell’arteriosclerosi!), mi starò rimbambendo (posso dare la colpa allo stress!), ma anche cieca come una talpa … NOOO!
Aspetta, vedo spuntare un angolo da un cassetto … evvai!
Tiro piano, … si è incastrato …. Ancora uno sforzo …. @@###@@@###, mi è cascato un cassetto sui piedi!!!
Giuro che se spunta adesso, lo incenerisco con un’occhiata!!!!
Riprovo, continuando a fare ohhmmmm (più tutta una serie di improperi irripetibili!) e finalmente cede … NON E’ QUELLO GIUSTO, CRIBBIO!!!!

Medito il suicidio mentale, … non è giusto! … per una volta che avevo messo tutto in ordine …
Giuro, da domani caos totale, … le discariche mi faranno un baffo! … e sì, avrò le pantegane che regnano imperterrite nel mio territorio, ma … avrò tutto sotto mano!
Mutismo e rassegnazione!! Vedo gli uccellini girarmi intorno alla testa, a festeggiare l’ennesima sciagura …
Forse se faccio un sacrificio umano, ritrovo il tutto …
Vabbé, prometto di rinunciare al mio barattolo di nutella della domenica, di fare le scale fino all’8° piano per tre volte di fila, di ignorare i miei adorati libri per tutto il week end e concentrarmi sulla pila di panni da stirare …
Però il giornale della domenica, no … non lo mollo!!!
Mi alzo e passeggio meditabonda, respirando e trattenendo l’istinto di dare un calcio alla cassettiera …
Ma, un momento! Cos’è quel foglio sotto la tastiera, messo lì in bella vista????????
Lo sapevo! Il fedifrago, maledetto, schifoso oggetto dei desideri, era lì, … e io non l’ho neanche notato?
Non è possibile .. era lì, mi chiamava, mi occhieggiava, secondo me si sbracciava addirittura per farsi vedere … oddio, siamo al disastro siderale!!
BASTA! ADESSO PROMETTO SOLENNEMENTE … da domani disordine FOREVER!!!
Recinto la scrivania con doppio filo spinato, qualche mortaretto di avvertimento e il satellite puntato che rileva presenze a 300 metri … e voglio vedere chi si osa sfidarmi!
FANCIULLE, siete avvertite .. zona OFFLIMIT!!

Amore filiale ...

Quante volte ve lo siete detto o lo avete rinfacciato a qualcuno?
“Perché cercano tutti me, dipendono da me, senza rendersi conto che ho anch’io le mie esigenze, impegni e poco tempo per respirare?”
… Ma poi un giorno accade che qualcuno faccia a meno di noi e all’improvviso ci sentiamo svuotate, dimenticate, anche arrabbiate perché “ecco sono i soliti egoisti, quando hanno bisogno sempre lì, come gli avvoltoi, … poi invece quando hanno capito come fare, ti gettano via senza neanche un grazie! Bella riconoscenza!”
Eppure dovremmo sentirci libere, finalmente conscie di esserci riappropriate dei nostri spazi che tanto abbiamo anelato e di cui tanto ci siamo lamentate…. E invece ….
Esempio pratico: accompagno mia figlia, che ha cominciato le superiori, alla fermata del pullman (ho sempre sbuffato bonariamente, rinfacciandole “ma insomma alla tua età non riesci ancora a muoverti da sola!!”) quando lei all’improvviso mi fa “Lasciami qui, vado sola. Ciao” e si allontana senza neanche guardarmi, sale sul mezzo pubblico e … ma neanche uno sguardo, un bacio, NIENTE!!!
E va bhé, dovrei essere contenta, finalmente comincia a organizzarsi … ma perché ho una stretta al cuore?
Qualche minuto dopo lascio anche il piccolo alle elementari, che mi dice “Posso provare ad arrivare da solo? Tanto sono solo pochi metri e tanti miei compagni lo fanno”
MA E’ UNA CONGIURA!!!! Cosa vi ho messo nel latte stamattina? Odio filiale insieme al cacao?
Faccio buon viso a cattivo gioco e sorrido, gli lascio lo zaino e lo guardo entrare.
Almeno lui, ogni mattina mi saluta, mi dà un bacio … e ancora nulla!
“Vabbé, tanto adesso si gira e mi saluta con la mano” mi consolo … niente entra chiacchierando e neanche mi fila!!
Mi sta venendo il magone e mentre mi avvio incazzata col mondo e dando a tutti e due dell’egoista, ecco la sua testina che spunta dal portone e mi manda un bacio con un sorriso grosso come una casa!
Ah, va già meglio, anche se di fondo, mi resta quel nonsocché di abbandono….
Torno a casa, con questo fastidio, ma due minuti fa è arrivato un SMS : “Io ci ho provato a fare la grande, ma mi manca la tua compagnia e i tuoi abbracci: posso aspettare a crescere ancora un po’? Baci, la tua principessa”.
… E sono ancora qui ad asciugarmi gli occhi!!!!

Uomini ...

Alle 6.00 di mattina la città è spettrale: tracce di neve sulle auto, pochi passanti e un vento freddo che sferza ... e io come un'idiota che cerco di spostare il peso da un piede all'altro, per non congelarmi!
Rimpiango già il mio bellissimo piumone azzurro, così caldo, così morbido, che nonostante la sveglia suonasse come una matta, mi tratteneva ... ma io, indefessa lavoratrice (????) lo ignoravo e mi alzavo!
Ed ora sono qui, alla fermata del tram, ad aspettare che qualche altro idiota indefesso, si decida a passare con il mezzo pubblico, per raggiungere l'ufficio.
Dopo un tempo che mi è sembrato infinito, è arrivata una vettura, mezza vuota. Mi sono guardata intorno e, mentre la musica di Daniel Powter mi auguri un 'bad day' e suoni a tutto volume, mi stupisco di vedere che a bordo siamo solo donne e ragazzi stranieri ...

Ma gli italiani, gli uomini italiani, ... dove cavolo sono?
Un'auto si accosta ad un semaforo e un uomo, tranquillo, tira fuori il giornale, lo apre sul volante e comincia a leggere ... Ah, ecco dove sono finiti!
Con il sedere incollato all'auto, il giornale ad ogni semaforo (rigorosamente sportivo!) e lo stereo che lampeggia ...
Eh sì, che bel modello! Il sogno di vita di tutte le donne ...

Accidenti, però .. sono brava a complicarmi la giornata a quest’ora!! Ma che me ne frega, poi? Tanto loro non cambieranno mai …
E il mio pensiero arriva a Fabio, un collega single e ragazzo padre di due splendidi gemelli, che fa i salti mortali tutti i giorni, per poter essere presente al lavoro e a casa, con tempi umani insostenibili!
Lo guardiamo tutti con stima per il suo incrollabile sorriso, su quel viso da bambino che contrasta con il suo fisico da giocatore di basket.
Fabio e le sue barzellette ‘english’, che ci metto qualche secondo a capire, domandandomi sempre se sono io idiota o se davvero non fanno ridere … ma come farne a meno?
Arrivo in ufficio e guardo sghignazzando i saluti e i capannelli di quell’ora: sembriamo tutti degli scappati di casa, con saluti mugugnati, della serie ‘se prima non prendo un caffè, non connetto!’, limitandoci ad un cenno di testa, mentre ognuno raggiunge il suo reparto.
‘Stamattina sarà dura!’ penso, ricordando quello che mi aspetta, mentre guardo, quasi incantata, il paesaggio delle Alpi innevate in lontananza …
‘Ci sei?’ mi chiede Beppe, guardandomi dalla porta e già pronto ad uscire. Sospiro … non sarò pronta mai a rinnegare me stessa e il mio modo diretto di essere, ma oggi devo ingoiare il boccone amaro ed essere diplomatica … Cosa significa poi, essere diplomatica? Mentire con un sorriso? … Ohmm … proviamoci almeno.
Prendo sul davanzale un piccolo mucchietto di neve rimasto solitario e facendone una pallina, mi girò e colpisco all’improvviso Beppe che rimane sorpreso e mi guarda stupefatto.
‘Ma una cosa normale, in vita tua, l’hai mai fatta??’ mi dice scuotendosi e ridendo ‘Ma quali erano i criteri di assunzione, quando ti hanno presa?’
‘Se non sono scemi, non li vogliamo!’ dico prendendolo per un braccio e andando verso la porta.
‘Bhé, con te ci hanno preso in pieno!’ mi dice, mentre le porte dell’ascensore si aprono e appare .. Fabio!
Lo guardiamo cercando di essere seri, ma lui, con un sorriso, si china verso di me e mi dice: ‘Barzelletta?’.
Sospiro, guardando il soffitto e cercando di respirare ….
‘Due amici si incontrano al bar e uno chiede all’altro: qual è il posto più strano dove l’hai fatto? E l’altro, dopo averci pensato su, dice:
-
Sul divano!  
-  Come, sul divano? E cosa ci sarebbe di strano nel farlo sul divano? 
-  Il sabato pomeriggio, da Ikea?? 

Le porte dell’ascensore si riaprono, mentre un sorriso comincia a farsi spazio sulle nostre labbra: stavolta l’ho capita subito, anche prima del caffè. 
‘Mi piaci di più quando sorridi, Tiramisù!’ dice ridendo Fabio. 
‘Tiramisù??’ mi apostrofa Beppe, alzando un sopracciglio
.‘Sì, perché lo fa ottimo!’ dice Fabio ‘E poi lei è molto simile: nera ed energetica come il caffè, ma dolce come la panna … anche se non vuol farlo vedere!’
Lo spingo fuori dall’ascensore, schiacciando il pulsante della chiusura delle porte, mentre alzo lo sguardo su Beppe e gli intimo:‘Una sola parola e sei un uomo morto!’ 
Lui continua a sorridere imperterrito, mentre raggiungiamo il piano terra e prendiamo l’auto di servizio. 
‘E se racconto al Giudice la barzelletta del divano, credi che possa chiudere un occhio?’ chiedo.  
Si gira a guardarmi e scoppiamo a ridere. 
‘Altrimenti puoi sempre fargli un tiramisù!’ risponde e ci avviamo verso la nostra giornata di lavoro. … Uomini … però, non sono una cattiva invenzione!

La belva nera

“Ma lo sai che ore sono?” mi apostrofa una voce assonnata aprendo la porta della cucina.
“Le 2.30!” rispondo senza neanche alzare la testa dai miei grafici delle economie di scala “E tu che ci fai in piedi?”
“Mal di stomaco!” sbadiglia mia figlia, sedendosi sulla sedia di fianco alla mia “Lo sai che hai lasciato il trattore con il motore acceso in seconda fila?” aggiunge ridendo.
Alzo la testa e le sorrido: il trattore in questione è il papà che russa allegramente e che non ci fa chiudere occhio ogni volta che fa il suo pesante turno di pomeriggio.
Osservo attentamente il suo viso assonnato e mi tornano alla mente le lunghe notti di due anni fa quando stare sedute al tavolo di cucina a parlare, era normale.
… Ma allora, stavamo affrontando ‘la bestia nera’, come chiamo io la malattia di cui soffriva la mia Trilly, ossia la bulimia.
Notti e notti sedute a parlare, a tenerla tra le braccia quando piangeva, quando mi ripeteva che non capiva cosa le succedeva, ma che questa vita le faceva schifo.
Mi sembrava di tenerla appesa per i capelli da una finestra, cercando di insegnarle a non mollare, ma tenendo tra le mani un peso morto.
Sono passati due lunghi anni di notti bianche, di giornate passate ad osservare ogni suo movimento, ogni smorfia del viso, ogni suo passaggio accanto al frigo … la belva nera aveva un vantaggio enorme su di me e mi sentivo impotente.
Urla, minacce, pianti, punizioni … niente! Nulla serviva a scuoterla, nulla perforava quella corazza di buio che la risucchiava verso il basso.
Finché un giorno ho deciso di dire basta: l’ho tirata via da scuola, l’ho allontanata dalle sue amiche e le ho detto: “Adesso decido io per te: scuola, amiche, modo di vivere e modo di parlare … almeno se mi devi crocifiggere, so di averne colpa! Sono stufa di essere il bersaglio di accuse ingiustificate! … E se proprio vuoi buttare via la tua vita, lo farai con la persona che ti ha messo al mondo!”
Parole difficili, rabbiose, dolorose e anche forti, ma ormai non avevo più forza di combattere!
Ho avuto fortuna, ho vinto io! Dal giorno dopo cambio di look, taglio di capelli, imparare dai piccoli gesti e capire che il cibo era solo un modo di nutrirsi, non una valvola di sfogo!
Giro di vite: nuova scuola, nuove amiche e imparare ad accettare le piccole sconfitte come gradini che, se saliti uno dopo l’altro, ti portano in cima … da cui si può ancora cadere, ma da un punto meno basso.
“E’ tornata, mamma!” mi dice lei a voce bassa, alzando gli occhi su di me.
Non so di che natura, ma i brividi mi si sono inerpicati su per la schiena … No, non volevo ricominciare!
Mi sorride a mezze labbra, come mi volesse fare uno scherzo …
“Non io, tranquilla, … Ma il problema ora è Lia!”
La sua amica del cuore, con un problema simile … abbiamo riscontrato che nella sua classe ci sono tante ragazze che di fronte allo ‘shock’ dell’adolescenza e del doversi adattare ai cambiamenti, ha ritenuto valido scegliere questa strada o l’inverso, ossia l’anoressia.
“NO!” le dico secca, senza neanche guardarla “Non puoi chiedermelo!”
“Ma’!” mi dice con quel tono di protesta “Non puoi dirmi di no! Tu lo hai affrontato, tu sai cosa fare … lei non ha nessuno, solo noi!”
Come si fa a spiegare che una famiglia è il primo soggetto a dover essere coinvolto quando ci sono questi problemi? Come si fa a dirle che non è tradire la fiducia dell’amica, se si informa qualche adulto?
“Hanno diritto a sapere … io non avrei accettato di essere all’oscuro!” le rispondo fissandola truce.
“Ma tu sei diversa!”
Ecco, lo sapevo! Mai una volta che riconosca il mio ruolo di adulto, il mio dover essere dall’altra parte della barricata … per lei, come per le sue amiche, io sono quella ‘strana’, quella che pur avendo l’involucro da adulto, sono una di loro!
“Io sono una madre!” le ripeto, scandendo bene le parole.
“Ma non la pensi come loro! Insomma, secondo te, la madre di Lia cosa direbbe, se sapesse??”
Posso rispondere ‘non capirebbe’ o ‘si vergognerebbe di sua figlia’ oppure direbbe ‘che non è un problema?’ Mi sa di no!
“Non voglio ricadere in quel baratro!” le dico seria “Ogni volta che affronto questi problemi con voi, il mio cuore rimane ferito a morte!”
“E vuoi donare gli organi nuovi?” mi prende in giro “Almeno, chi lo riceverà saprà che funziona!”
Ho voglia di strangolarla … ma se non l’ho lasciata andare due anni fa, non riuscirò a mollarla adesso … però le mani mi prudono e vorrei mollarle almeno uno scappellotto.
“Le dico di passare domani per pranzo, ok?” dice alzandosi.
Sbuffo, ma acconsento con un cenno del capo … non riuscirò mai a non farmi coinvolgere!
Un enorme abbraccio mi arriva alle spalle, come una coperta di morbida lana in una notte d’inverno!
“Ti sono venuti due capelli bianchi, proprio qui davanti!” mi dice la monella “Ma non tingerli, così puoi sembrare più .. adulta!”
“Solo due?” ironizzo alzando un sopracciglio “Ho avuto una fortuna sfacciata e non lo sapevo!” esclamo tirandole una sculacciata e spingendola fuori dalla cucina.
E mentre si allontana, mi rendo conto che l’ora di economia è passata da un pezzo …
Mi tocca andare a riposare e … spegnere il trattore lasciato parcheggiato in seconda fila a motore acceso, prima che mi prenda anche una multa!!

scheggie di cielo ...

Siamo piccole schegge di una stella impazzita
che ci ha lasciato cadere nel vuoto!
Siamo piccole piume di ali di un angelo
abbandonato in un cielo non suo!
Quanta voglia abbiamo di toccare la terra?
Quanta smania di affondare in lei?
Siamo piccole schegge di cielo d'inverno,
coi cristalli di luce che riflettono il sole.
Siamo piccoli lembi di un'anima triste,
che fatica a tenersi i suoi pezzi fuggiaschi ...
Siamo solo persone che si svegliano al buio,
ma che lottano per poter rivedere la luce!
Non so se e quando riusciremo a toccarla,
ma di certo senza, saremmo ... anime perse!

L'oggetto del desiderio: la borsa!

Oggetto di culto e desiderio femminile, indispensabile, inseparabile, insostituibile …
Ognuna di noi ha la sua forma preferita, il colore, la tracolla, le tasche …. Davanti ad una vetrina di borse, siamo tutte in estasi che sfiora l’idolatria. Purtroppo, quasi sempre, ci lasciamo tentare dall’estetica o dalla dimensione, senza testarne l’effettiva utilità!
Ne sono ben consapevole, visto che sono una maniaca delle borse, anche non griffate, ma tutte rigorosamente multitasche, colorate, con fogge un po’ artistiche, profondissime … Insomma, roba da far impallidire Mary Poppins.
Questa mia passione mi ha messo più di una volta in situazioni assurde, come, ad esempio, quando sei in ritardo tremendo e ti accorgi di aver dimenticato qualcosa a casa … tutto un correre, cercare le chiavi che, chissà perché, sono state fagocitate da una delle tante tasche, che non sapevi di avere!
Oppure quando trovi le chiavi al primo colpo, ma … non sono quelle giuste! E cominci a chiederti se fare interpellanza a San Pietro, visto che hai più mazzi di chiavi tu che lui, contando quelle di casa, dell’auto, del lavoro, dei cassetti, del box, dell’armadietto, della cassettiera … basta, ma sono diventata custode di chiavi e non lo sapevo?
E questa?? Si è teletrasportata da altre borse, perché non aveva più spazio?
Onde evitare di perdere ancora le cose, in coda al supermercato, mi sono preparata in tasca il bancomat, la tessera raccolta punti e la solita lista che non ho seguito.
La coda come al solito è chilometrica, ma per una volta non ho fretta. Dopo aver sistemato tutta la mia roba sul rullo scorrevole della cassa, passo alla commessa la tesserina e comincio ad imbustare i miei acquisti.
Con un sorriso di scusa, la commessa mi avverte che il bancomat non funziona e seppur con qualche mugugno, mi metto alla ricerca del portafogli.
Lo sapevo … comincio a borbottare tra i denti, mentre un rivolo di sudore comincia a percorrermi la schiena … Dove diavolo è finito?? L’ho preso un attimo fa, ho tirato fuori la tessera e il bancomat .. Si è aperto un buco nero da qualche parte e non me ne sono accorta?
Dopo un’ennesima ricerca infruttuosa, mentre alle mie spalle sale il borbottio maschile, svuoto la borsa sulla cassa, sperando che l’oggetto di desiderio appaia …
Macché, è uscito di tutto, tranne il portafogli: agende a quintali, penne di tutti i colori, tre portamonete che non so neanche di chi sono, fazzoletti, trucchi, profumi, medicine, chiavi, libri, appunti, appuntamenti, opuscoli, elastici, pinze, documenti che non trovo da mesi … oddio, tra un po’ arriva anche qualche vasetto di omogeneizzato vecchio di anni e nastro adesivo strappato chissà dove ….
Divento di colori assurdi, mentre la cassiera mi guarda con un sorriso forzato: la coda si sta allungando!!
“Sicura che il bancomat non funzioni?” chiedo tra i denti, mentre continuo a scavare in questa raccolta indifferenziata, sperando nel miracolo!
Scuote la testa con un sorriso e mi aiuta a guardare … eccolo, il bastardo, era nella tasca interna! E già, io cercavo quello nero, dimenticandomi che l’ho appena cambiato con quello nuovo, in tinta con la nuova borsa.
Con un sospiro di sollievo pago in contanti, prendo lo scontrino e mentre sto per raccogliere le mie borse, una voce alle spalle, mi chiede:
“Non è che può cambiarmi una banconota da 10 euro in due da 5, visto che c’è?”
Il terrore mi attanaglia e mentre fisso la signora con acconciatura cotonata che mi guarda speranzosa, e con una vocina piccola piccola, rispondo angosciata:
“Perché mi vuole così male, da costringermi a ritrovare il portafogli in questo universo sconosciuto??”
Mi sorride e mi mette una mano sul braccio, mentre mi fa l’occhietto e continua a imbustare la sua roba.
Uff, meno male che almeno qualcuna mi capisce ….

C'ho l'ansia ...

Ebbene sì, l’ansia mi distrugge … non è il pensiero di un problema da risolvere, una questione economica o affettiva … Tutto si condensa in un’unica, ingombrante, invasiva parola: mia madre!!
Eh sì, c’avete poco da sghignazzare … la mamma è l’unica persona che può metterti in crisi anche se sei grande, adulta e vaccinata!Per fortuna non vive vicina, ma quella volta all’anno che decide di venire a trovarmi, mi manda letteralmente in crisi distruttiva. 
Lo so, c’è già chi scuote la testa, pensando che son una figlia orribile … bhé, sono d’accordo!Io non sono mai stata attaccata morbosamente alle persone, tale da rivendicarne il diritto o arrogarmi la precedenza sugli altri … Ho sempre pensato che l’amore per gli altri è un sentimento meraviglioso, ma è un dono … Non si deve fare nulla per averlo, né pretenderlo … nasce in modo spontaneo, cresce dentro di noi e all’improvviso ci rendiamo conto che non si può fare a meno di qualcuno! 
Invece per mia madre un figlio deve essere il suo prolungamento, rispondere sempre le cose che lei vuol sentirsi dire, non metterla in imbarazzo e soprattutto proiettare sugli altri l’immagine della famiglia ‘perbene’!E così quando viene a casa, non trova nulla di meglio che cercare di ‘mettere in ordine’ la mia casa, come se virtualmente potesse metterlo nella mia vita .. Eh sì, sono la pecora nera, la figlia ribelle, quella che non ha paura a dire come la pensa e che, superata la soglia dei quarant’anni, non ha ancora deciso di adeguarsi alle regole ‘degli adulti’.Non voglio uniformarmi … che male c’è? Ma soprattutto perché dovrei essere io quella sbagliata? Chi dice che non siano altri a vivere in una specie di dimensione ‘Matrix’ e che abbiano deciso di prendere la pastiglia giusta, mentre io ho voluto quella sbagliata??
 Resto fedele a me stessa, alle mie idee, ai miei pochi ma intensi sorrisi, alla gioia che nasce da uno sfarfallio allo stomaco … per me non c’è nulla di meglio, in questo periodo buio in cui tutto è finto! 
E allora ancora una volta lascerò che sparpagli le mie cose, che nasconda le mie caffettiere che cercherò per mesi, che mescoli la biancheria di tutta la famiglia, che continui a guardare con disprezzo le mie montagne di libri o i miei jeans stinti … Io sarò sempre sua figlia e lei … nel bene e nel male, la persona che ha lottato per mettermi al mondo … 
Forse se avesse saputo cosa sarei diventata, magari ci ripensava … tanti anni fa, quando ho sorriso per la prima volta al mondo!

Ricordi ...

Non ho proprio voglia di uscire .. sono le 11 di sera e non vedo l’ora di riprendere il discorso con il mio bel piumone interrotto stamattina … c’era qualcosa di sospeso nel nostro prenderci e lasciarci che mi ha lasciato un velo di malinconia … E invece sono qui, a bordo del mezzo pubblico che mi accompagna in centro, tra la marea umana degli sfaccendati del sabato sera … uffa, che barba!
Non sono mai stata quella che esce la sera tardi, a fare il giro dei locali, a continuare a bere fino a sfinirsi .. anche se non posso dire di non aver passato notti fuori a ridere e scherzare con gli amici .. ma questo, quasi un quarto di secolo fa!
Lascio vagare lo sguardo sulle persone in piazza, sulle panchine piene, sulle auto in sosta, cercando di abituare l’orecchio a un tono di voce troppo alto … sto proprio invecchiando!
Fisso il cielo dal finestrino, sospirando piano, mentre al mio fianco, un ragazzo, dal lieve accento straniero, mormora: ‘Che spettacolo!’
Porto lo sguardo ironico su di lui, seguendo la direzione dei suoi occhi … ed eccolo lì, lo spettacolo … La collina illuminata di luci a forma di piccole lune azzurre, che proiettano il piccolo monastero fuori da questa realtà …
Caspita, è davvero uno spettacolo! Ma da quando non alzo gli occhi al cielo?
Eppure questa strada la faccio tutti i giorni, tutte le sere e anche alcune notti, ma … forse sono troppo occupata a guardare con occhio allenato il degrado lasciato dalla movida il sabato sera, gli schiamazzi a voce troppo alta degli avventori, la musica ad alto volume dei  locali, le triple file delle auto che ci costringono a fare lo slalom, evitando i tram contromano o il pedone impazzito che si fionda sulle strisce …
Avevo sempre detto a me stessa ‘mai abituarsi a qualunque evento!’, eppure tutto questo non l’avevo più neanche visto! Mi sembra di essere riportata indietro nel tempo, a quando lo scorrere del fiume era un movimento ipnotico che ti incatenava lo sguardo e ti costringeva a seguire le varie anse che faceva, le cascatelle, i germani reali che seguono la corrente …
Quanto tempo è passato, quando bastava quell’unico momento nella giornata a dare un senso di tranquillità ai miei pensieri, quando credevo che bastasse crederci per vedere avverarsi tutti i miei sogni.
Sospiro e scendo dal bus, avvicinandomi al ponte e fermandomi a fissare di nuovo la massa nera dell’acqua che si muove in direzione della periferia. Le luci dei locali proiettano coni d’ombra sulla piccola spiaggetta, dove un gruppo di ragazzi si è radunato a bere e fumare, tenendo un tono di voce che sembra quasi un sussurro … Camminando, la mia scarpa da tennis incontra una lattina vuota di coca cola, un po’ ammaccata, che rotola verso il basso, fino al bordo del pontile …
L’istinto è quello infantile di darle un calcio e vedere il movimento che fa nel cadere in acqua e come scompare nella corrente, ma quando sto per cedere all’impulso, i miei occhi si fissano sul colore rosso del suo fondo e sulla scritta … Perché tiene imprigionati i miei pensieri?
E alla mente arriva un lontano ricordo, di una lattina identica stretta nella mia mano ..
Ma quanto tempo è passato? Un sorriso affiora alle mie labbra, mentre un piccolo moto di rimorso ancora mi assale …
Avevo sedici anni, ero con un gruppo di amici e c’era il classico ragazzo che ti piace, ma che non si deciderà mai a fare la prima mossa, perché è tuo amico da troppo tempo … e allora, dopo la prima delusione, decidi di passare al contrattacco. Ti prepari, ti metti il vestito migliore, indossi addirittura i tacchi che hai evitato per secoli, dicendo che non avresti mai ceduto a tale istinto … ma questo è un momento importante, non permetterai che resti un rimpianto, un ‘se’, un ‘ma’, un ‘forse’ … bisogna agire! E ti ripeti la storia di Maometto e la montagna, convinta che come massima di vita sia una stupidata, ma stasera si adatta benissimo al tuo desiderio … Ed eccoci lì, seduti su una spiaggetta, in altro posto, altro luogo a ridere come stupidi per una barzelletta che manco faceva ridere, finché non si decide di fare qualcosa di diverso, di stupido, da ricordare … ci dividiamo in gruppi, per giocare a nascondino tra le barche ormeggiate e corde ammassate, come bambini … corriamo, ci acquattiamo, ci spostiamo, cercando di mimetizzarci con l’ambiente … no, non ho voglia di perdere e contare, uffa! Mi sono anche tolta le scarpe e non voglio perdere tempo a cercare qualcuno che sghignazza, mentre io come una cretina conto fino a mille!
Alla fine troviamo un posto adatto, della serie ‘non ci troveranno mai!’ e mentre mi giro per dirlo a Tommy, me lo ritrovo a due centimetri dal viso, che smette all’improvviso di ridere! Caspita, volevo un incontro ravvicinato, ma non mi aspettavo .. così ravvicinato! Lui mi guarda prima perplesso, poi il suo sguardo cambia e fa un muto sorriso … mi sposto all’indietro, imbarazzata e rischio anche di cadere. La mia mano tocca qualcosa di freddo, metallico sulla sabbia e mentre il suo viso di avvicina, io prendo l’oggetto, lo stringo in mano e … lo colpisco in piena fronte!
Cavolo, l’ho colpito davvero! Lascio cadere perplessa la lattina vuota di coca cola che ho raccolto e fisso annichilita la sua fronte che comincia a cambiare colore e i suoi occhi spalancati … non volevo, lo giuro! O meglio, lo volevo … cioè .. accidenti, non so cosa sia successo!
Mi alzo di corsa e scappo via, con Davide che mi urla dietro che mi ha vista … non so come sono tornata a casa, non sapevo se piangevo o ridevo … è stata una cosa orribile! L’ho sognato per tanto tempo, l’ho immaginato in tanti modi, eppure … l’istinto alla difesa ha prevalso!
‘Non sarò mai una ragazza normale!’ pensavo disperata … E il giorno dopo a scuola non volevo andare, ma mia madre non avrebbe tollerato un’assenza ingiustificata … ma era giustificatissima, caspita!
A capo chino, bardata come un omino michelin mi ero recata a scuola, sperando che il mondo si dimenticasse per qualche giorno che esistessi, invece … Me lo ritrovo lì, sulla scala della scuola con gli occhi puntati su di me, a darmi della vigliacca!
Ma vigliacca a chi? Con un moto di sfida alzo la testa, protendo il mento e lo guardo … c’è un sorriso in fondo ai suoi occhi, mentre mostra il piccolo taglio sulla fronte, contornato da un bel colore viola! Però, è bello anche così, mi dico! Va bene, gli devo delle scuse, e magari anche uno straccio di spiegazione … il problema è che non so quale dargli.
Salgo i pochi gradini che ci separano e quando arrivo alla sua altezza, il panico mi sta già invadendo .. che mi invento?? Ma basta guardare quel guizzo sulle sue labbra e decido che se vuole una spiegazione, .. non l’avrà. Sorrido divertita e mentre tutta la scuola sta risalendo le stesse scale per entrare al suono della campanella, lo prendo per la maglietta e lo bacio davanti a tutti. Sono pochi attimi, ma è come se fosse un’eternità .. il mondo smette di rumoreggiare, le persone scompaiono e sembra che tutto si sia fermato .. finché non mi separo da lui. Ci guardiamo e scoppiamo a ridere, mentre gli dico ‘Bel bernoccolo!’. Mi passa un braccio sulla spalla e avviandoci verso la porta, mi dice ‘Sai, ci sono tipi strani in giro!’.
Continuo a sorridere al ricordo, pensando a come mi ha riempito il cuore per anni … Tommy è scomparso, prematuramente, ma il suo sorriso è ancora qui, in fondo al mio cuore!
‘Ci voleva una stupida lattina sul pontile a farmi ricordare di te, eh Tommy?’, mi chiedo guardando il cielo, con un velo di tristezza.
Scuoto la testa, e tornando bambina, decido di dare un calcio alla lattina … ma mentre la colpisco, mi rendo conto, che c’è qualcuno sulla sua traettoria ..
Oddio, non di nuovo! Mi giro e comincio a correre lungo il pontile, mentre sento un ‘Ahia!’ da qualche parte nel buio.
Eh no, questo non ho alcuna intenzione di baciarlo! mi dico … e in lontananza sento quasi la risata di Tommy che mi accompagna, mentre raggiungo la strada, continuando a ridere!

Assolutamente vietato agli uomini

Perché? Molto semplice, devo proprio fare una filippica contro gli uomini e almeno in questo spazio vorrei essere libera di esprimere il mio pensiero ..
Orsù, se sei il tipo che dice ‘io sono un liberale pronto al confronto’, dopo le mie parole sarai subito pronto al solo scontro, mentre se fino ad ieri eri mio amico … sarà stato un piacere conoscerti!
Qual è l’annoso dilemma che mi insidia dubbi e rabbia insieme? Un’unica sola, concentrata domanda al ‘pianeta uomo’ che mi pongo da anni senza risposta valida: perché, uomo, di qualunque età tu sia, quando vedi una persona di genere femminile, in una fascia d’età compresa tra i 12 e gli 80 anni, ci devi sempre e continuamente provare????
Di certo il primo pensiero che ora ti viene è: ma chi si crede questa, chi se la fila, ma si guarda allo specchio, ma dove vuole andare a parare … ti avevo dato tempo di lasciare questo blog, ma tu confermi ancora la mia idea, che di neuroni attivi ne sia rimasto solo uno, nei piani alti del tuo cervello, che gira in tondo, alla vana ricerca di una via d’uscita …
Di certo io mi guardo allo specchio, non mi trovo una gran bellezza e mi assale il dubbio ogni volta che il tuo sguardo si posa su di me … ma non hai altro da fare? Ma perché, pur se mi hai visto ogni mattina, per anni, e non ti si è mai accesa la lampadina, proprio ora, proprio oggi, ti dovevi risvegliare dal letargo? Sarà la primavera? Ma se il cielo è ancora grigio … Saranno gli ormoni in circolo? Ma se non si ricordano più come aprire gli occhi …
No, il fatto è che tu devi provare a te stesso l’ampiezza del tuo ego e solo tartassando la povera crista che ti arriva a tiro, puoi renderti conto del tuo grado di virilità.
Infatti se ci provi e ti si risponde, con un sorriso, ‘no, grazie!’, tu non ti arrendi e anzi, ti senti autorizzato a continuare, solo perché si è aggiunto la cortesia del ‘grazie!’.
Ma quel grazie, messo lì, era solo per darti modo, educatamente, di ritirarti in bellezza, di non fare brutta figura e invece … hai perso l’occasione d’oro di dimostrarti intelligente!
Se invece ti ritrovi, una con modi da camionista e linguaggio di scaricatore di porto come me, che non ti ringrazia di certo e ti appiccica uno schiaffone da farti fischiare in cinese, ti offendi pure!
Ma semmai mi devo offendere io, miseriaccia! Ma chi t’ha chiesto nulla, chi t’ha dato corda, chi t’ha interpellato?
Solo perché sei capitato nel mio fascio visivo, per caso poi, ti senti autorizzato a lanciarti?
Come quando siamo in coda al supermercato, e io arrivo carica di prodotti, perché ero entrata per comprare ‘solo due cose’ ed ho preso mezzo negozio, tu sei lì a fissarmi con l’aria da intenditore, scuoti la testa, indicandomi il carrello … e io scema, che sorrido in tono di scusa …. ERRORE!
Ti  lanci in un lungo discorso sulle donne, che non sanno fare la lista, che dimenticano le cose importanti e non hanno il raziocinio di appuntarsi quello che gli occorre … e nel frattempo un cartone di latte mi sfugge dalle mani, per fortuna non si rompe e tu continui a parlare di futilità, muovendo il muscolo sbagliato, ossia la lingua, che non ti è mai servita a nulla, e non l’unico muscolo che occorrerebbe, ossia la mano.
Hai valutato tutti i rischi di un infarto, se per caso ti chini a dare una mano, o hai paura che ti si paralizzi la lingua, se smetti di sbraitare?
Guarda che l’unica caratteristica che devi avere per essere al centro dei miei pensieri, è avere un’età tra gli 0 mesi e i 3 anni, un viso da angelo, un ciuccio in bocca (così stai zitto!) e un impellente bisogno di coccole o cambio pannolino per poter far sì che il mio sguardo passi da un occhio perso nel vuoto a una focalizzazione dell’obiettivo.
E se qualche volta, qualche donna ti guarda sorridendo, non sarà per quei muscoli che trattieni o spingi in fuori sull’addome o il bicipite gonfiato dal piumino, ma starà osservando divertita i tuoi sforzi di sembrare come quei manichini che ci sono sui giornali per sole donne.
E se, quando a voce alta stai raccontando le tue imprese amatorie e una donna sorride con un angolo della bocca, non è perché ti trova interessante, ma sta pensando che ha trovato una valida barzelletta da raccontare alle amiche quella sera in pizzeria.
Rilassati, sii te stesso, prenditi il tuo tempo … in qualche parte dell’universo, magari la trovi una che si interessa a te, senza che apri bocca o ti lanci addosso a pesce …
Perché le donne, quelle vere, ti ameranno o ti vorranno, anche senza sentire la tua insopportabile supponenza, ma solo leggendo in fondo ai tuoi occhi se hai veramente quello che cercano.
Anche se ti hanno insegnato a scuola che l’uomo è cacciatore, in questa giungla che è la realtà, l’unica con una clava sulla spalla e un occhio allenato, è solo una donna!
Respira … e stai zitto, per favore!

Il Buio ..

Da troppo tempo il sole
Non illuminava la buia parete
Che celava il mio sguardo
Sul mondo.
Non c’era luce, né aria
Solo l’edera
Che con le sue braccia ruvide
Aveva eretto un muro
Proteggendo me dal mondo
Ma non il mondo da me stesso.
Quando buio
Quanto vuoto
Quanto dolore
Mascherato da falsi sorrisi
A visi sconosciuti
Che fissavano questo guscio vuoto
Come fosse un reale tesoro.
Ho sentito un soffio leggero
Come una brezza sfuggente
Che ha carezzato le foglie
Fino ad arrivare a me.
Sei tu …
Così tenue, così sfuggente,
Così impalpabile, ma così vera!
I tuoi occhi sono l’antico
Il tuo cuore è un lago fatato
Il tuo sorriso è quel sole ormai morto
Ma la tua anima, è un vero labirinto!
Sei andata  oltre tutto il reale
Afferri i miei occhi, cercandone il fondo
Carezzi la pece che ricopre il mio cuore
Culli i miei sogni nelle tue mani.
Allunghi una mano
carezzi il mio viso,
asciughi una lacrima
che lenta si posa,
scuoti la testa
alla mia muta protesta,
sostieni i miei sogni
a librarsi nel cielo.
Ora vivo sereno
In un mondo non vero
Ma raccolgo sorrisi
E amore reale
Attraverso il muro
Delle foglie sospese
Sorridendo a me stesso
E al domani che arriva!

Blog tour per Dario Di Gesù e il suo 'Tenebre sulla fattoria'

 Esordio col botto per Dario Di Gesù targato Dark Zone Edizioni! Il sole ha smesso di sorgere e ombre perenni celano orrori in agguato. Eppu...