Ecco finalmente svelato il motivo del perché ho ripreso questa pagina, parlando di libri ed editoria.
Scriverò recensioni.
Se le so scrivere?
Bah, ci posso provare.
Anche perché ho avuto parecchie difficoltà nel postare il mio pensiero anche sugli store dove li ho regolarmente comprati.
Mi hanno bloccato molte considerazioni, perché alcuni 'clienti' segnalavano che conoscevo l'autore o perché, secondo loro, quei libri non erano considerati 'buoni'.
E visto che il proprio pensiero non lo si può esprimere, a meno che non lo fai con forza, userò uno spazio tutto mio in cui riflettere su un libro, consigliarlo o meno, ma facendolo di mio pugno e senza forzature.
Saranno volumi che arrivano dalla mia libreria, soprattutto per quello che riguarda noir, gialli, fantasy, distopici, alcuni ibridi.
Per i romance, mi farò aiutare dalla mia incontrollabile figlia Naomi, lettrice compulsiva di storie d'amore e YA.
Le foto e le assegnazioni dei prestavolto ai protagonisti saranno di immagini free prese dalla rete (o magari segnalando la fonte!)
Attenzione, blog in progresso!!!
Lettori fissi
giovedì 31 maggio 2018
Recensione: perché sì, perché no...
Innanzitutto andiamo a scoprire cos'è la recensione di un libro.
Fare una recensione non significa fare un riassunto, ma scrivere un commento personale di un libro che si è letto. Ciò dovrebbe incentivare o diffidare qualcuno a comprare o meno il libro in questione.
Certo, le considerazioni sono sempre personali, ed è proprio questo che bisogna ricordare quando si fa un'operazione di questo tipo: si sta esprimendo un'opinione, un giudizio meramente personale.
A meno che non siete critici letterari, filosofi del sapere o operatori professionali di una Casa Editrice che ha valutato il manoscritto, vi fermerete alla lettura e alla considerazione sul testo letto.
Sempre ammesso che lo abbiate letto :(
Purtroppo è sempre più costume non leggere un libro, farsene un'opinione attraverso i commenti altrui e poi decidere se piace o meno.
Fare una recensione da lasciare in calce al sito dell'autore, su un social, su un portale di consigli, non è un'operazione da svolgere a cuor leggero, ma da valutare con molta attenzione.
Come si è detto prima, non bisogna fare il riassunto del libro (cosiddetto 'spoiler'), ma affrontare alcuni punti sull'opera in questione.
Certo, non vi si chiede un'analisi critica o stilistica, ma riportare onestamente ciò che vi è piaciuto, vi ha colpito, vi ha emozionato. Oppure 'non mi è piaciuto perché...' motivando il vostro giudizio, senza andare a offendere lo stile o lo stesso autore.
Potete parlare della narrazione, se è fluida o difficoltosa, se avete incontrato difficoltà con termini che non conoscete e infine esprimere un consiglio, ossia 'lo rileggerei' o 'lo regalerei' qualora vi abbia coinvolto.
Ultimo, sarebbe utile non gridare 'al capolavoro' visto che negli ultimi anni ce ne sono stati sempre meno... a patto che, non lo sia davvero e quindi da segnalare.
Quindi, le recensioni sono utili?
Certo, per l'autore è il riscontro del suo lavoro, capire perché lo avete comprato, cosa avete trovato di valido, se volete un seguito, se i personaggi vi hanno coinvolto, etc.
Non lasciare recensioni per convenienza, ma solo per il sano piacere riscontrato con la lettura.
Recensioni, no?
Capita sovente che si potranno trovare assonanze con altre opere lette, frasi che vi hanno lasciato dentro qualche dubbio o perplessità, ma è bene segnalarlo per correttezza verso il prossimo lettore, senza gridare 'al plagio', qualora non abbiate le prove certe.
Le vendette dei 'fandom' di alcuni autori hanno dilaniato i social negli ultimi anni e non hanno fatto bene né all'autore stesso, né al mondo dell'editoria.
Come dicevo in un altro articolo, non tutti sono destinati a diventare scrittori, ma alcuni non accettano i giudizi esterni che li condannano a questo limbo. Bisogna avere maturità per accettare un 'NO', ma anche questo non è da tutti.
Solo il tempo ci saprà dire che uno scrittore diventerà tale... senza riferirsi naturalmente alla vendite di Amazon & Co.
Ma questa è un'altra storia.
venerdì 11 maggio 2018
Volevo fare la scrittrice...
Perché dare un nome del genere a un blog?
La risposta è piuttosto semplice: adoro leggere e credo sia un percorso naturale passare dal leggere allo scrivere.
Ma ho scoperto che mai cosa fu più paradossale!
Ci sono persone che leggono tantissimo eppure non riescono a mettere due parole in fila di senso compiuto su un foglio di carta.
Quindi il binomio 'leggo, dunque scrivo' non sempre funziona.
Devo confessare che io ho scritto fin da ragazzina e non ho mai avuto quello che si chiama 'il blocco delle scrittore'. Anzi, semmai il mio problema era la sovrabbondanza di idee, racconti, stralci di dialoghi scribacchiati tu pezzetti di carta, inevitabilmente finiti chissà dove.
Ho cominciato ad avere un criterio quasi normale quando ho preso nel lontano 1989 un computer, su cui ho annotato tutti i miei confusi pensieri, mentre prima non si contavano i diari e le agende personali, chiuse con lucchetti dalla forzatura assurda.
E alla fine ci sono arrivata a scrivere, ma è stato un puro caso.
Scrivere per i motivi che portano me a imbrattare un foglio bianco non credo sia proprio salutare, in quanto riverso in questo spazio tutto quello che alle volte non si può dire, non si può manifestare perché nasce dal disagio di sentimenti che provo nei confronti delle persone che amo.
Il primo libro che ho 'dato alla luce' è stato proprio una sorta di nuova nascita, un atto stupendo che come madre ho avuto nella vita, con la nascita dei miei figli.
Il romanzo 'Una Fairy per gli Scream' nasce come 'dono a nuova vita' a mia figlia Naomi, per aiutarla a trovare luce e speranza in un momento molto buio della sua vita, quando l'adolescenza e tutto ciò che ti frana addosso, ti rende debole e purtroppo soggetta alle cattiveria altrui.
Vi parlerò del tema un'altra volta, perché vorrei associare a questo libro un'immagine di speranza, dove la storia di un gruppo di musicisti si interseca a quella di due sorelle, creando intrecci sentimentali e legami davvero significativi.
Amore, amicizia, speranza, voglia di vivere e progettare il proprio futuro, questo è Fairy, dove il personaggio di mia figlia, non è altro che la complementarità della luce di Naomi e le ombre di Belinda, due anime in un solo corpo reale.
Sono riuscita a coronare il mio sogno da scrittrice?
Credo proprio di no, ma mi sono divertita alla grande!
La risposta è piuttosto semplice: adoro leggere e credo sia un percorso naturale passare dal leggere allo scrivere.
Ma ho scoperto che mai cosa fu più paradossale!
Ci sono persone che leggono tantissimo eppure non riescono a mettere due parole in fila di senso compiuto su un foglio di carta.
Quindi il binomio 'leggo, dunque scrivo' non sempre funziona.
Devo confessare che io ho scritto fin da ragazzina e non ho mai avuto quello che si chiama 'il blocco delle scrittore'. Anzi, semmai il mio problema era la sovrabbondanza di idee, racconti, stralci di dialoghi scribacchiati tu pezzetti di carta, inevitabilmente finiti chissà dove.
Ho cominciato ad avere un criterio quasi normale quando ho preso nel lontano 1989 un computer, su cui ho annotato tutti i miei confusi pensieri, mentre prima non si contavano i diari e le agende personali, chiuse con lucchetti dalla forzatura assurda.
E alla fine ci sono arrivata a scrivere, ma è stato un puro caso.
Scrivere per i motivi che portano me a imbrattare un foglio bianco non credo sia proprio salutare, in quanto riverso in questo spazio tutto quello che alle volte non si può dire, non si può manifestare perché nasce dal disagio di sentimenti che provo nei confronti delle persone che amo.
Il primo libro che ho 'dato alla luce' è stato proprio una sorta di nuova nascita, un atto stupendo che come madre ho avuto nella vita, con la nascita dei miei figli.
Il romanzo 'Una Fairy per gli Scream' nasce come 'dono a nuova vita' a mia figlia Naomi, per aiutarla a trovare luce e speranza in un momento molto buio della sua vita, quando l'adolescenza e tutto ciò che ti frana addosso, ti rende debole e purtroppo soggetta alle cattiveria altrui.
Vi parlerò del tema un'altra volta, perché vorrei associare a questo libro un'immagine di speranza, dove la storia di un gruppo di musicisti si interseca a quella di due sorelle, creando intrecci sentimentali e legami davvero significativi.
Amore, amicizia, speranza, voglia di vivere e progettare il proprio futuro, questo è Fairy, dove il personaggio di mia figlia, non è altro che la complementarità della luce di Naomi e le ombre di Belinda, due anime in un solo corpo reale.
Sono riuscita a coronare il mio sogno da scrittrice?
Credo proprio di no, ma mi sono divertita alla grande!
mercoledì 9 maggio 2018
Amore filiale ...
Quante volte ve lo siete detto o lo avete rinfacciato a qualcuno?
“Perché cercano tutti me, dipendono da me, senza rendersi conto che ho anch’io le mie esigenze, impegni e poco tempo per respirare?”
… Ma poi un giorno accade che qualcuno faccia a meno di noi e all’improvviso ci sentiamo svuotate, dimenticate, anche arrabbiate perché “ecco sono i soliti egoisti, quando hanno bisogno sempre lì, come gli avvoltoi, … poi invece quando hanno capito come fare, ti gettano via senza neanche un grazie! Bella riconoscenza!”
Eppure dovremmo sentirci libere, finalmente conscie di esserci riappropriate dei nostri spazi che tanto abbiamo anelato e di cui tanto ci siamo lamentate…. E invece ….
Esempio pratico: accompagno mia figlia, che ha cominciato le superiori, alla fermata del pullman (ho sempre sbuffato bonariamente, rinfacciandole “ma insomma alla tua età non riesci ancora a muoverti da sola!!”) quando lei all’improvviso mi fa “Lasciami qui, vado sola. Ciao” e si allontana senza neanche guardarmi, sale sul mezzo pubblico e … ma neanche uno sguardo, un bacio, NIENTE!!!
E va bhé, dovrei essere contenta, finalmente comincia a organizzarsi … ma perché ho una stretta al cuore?
Qualche minuto dopo lascio anche il piccolo alle elementari, che mi dice “Posso provare ad arrivare da solo? Tanto sono solo pochi metri e tanti miei compagni lo fanno”
MA E’ UNA CONGIURA!!!! Cosa vi ho messo nel latte stamattina? Odio filiale insieme al cacao?
Faccio buon viso a cattivo gioco e sorrido, gli lascio lo zaino e lo guardo entrare.
Almeno lui, ogni mattina mi saluta, mi dà un bacio … e ancora nulla!
“Vabbé, tanto adesso si gira e mi saluta con la mano” mi consolo … niente entra chiacchierando e neanche mi fila!!
Mi sta venendo il magone e mentre mi avvio incazzata col mondo e dando a tutti e due dell’egoista, ecco la sua testina che spunta dal portone e mi manda un bacio con un sorriso grosso come una casa!
Ah, va già meglio, anche se di fondo, mi resta quel nonsocché di abbandono….
Torno a casa, con questo fastidio, ma due minuti fa è arrivato un SMS : “Io ci ho provato a fare la grande, ma mi manca la tua compagnia e i tuoi abbracci: posso aspettare a crescere ancora un po’? Baci, la tua principessa”.
… E sono ancora qui ad asciugarmi gli occhi!!!!
“Perché cercano tutti me, dipendono da me, senza rendersi conto che ho anch’io le mie esigenze, impegni e poco tempo per respirare?”
… Ma poi un giorno accade che qualcuno faccia a meno di noi e all’improvviso ci sentiamo svuotate, dimenticate, anche arrabbiate perché “ecco sono i soliti egoisti, quando hanno bisogno sempre lì, come gli avvoltoi, … poi invece quando hanno capito come fare, ti gettano via senza neanche un grazie! Bella riconoscenza!”
Eppure dovremmo sentirci libere, finalmente conscie di esserci riappropriate dei nostri spazi che tanto abbiamo anelato e di cui tanto ci siamo lamentate…. E invece ….
Esempio pratico: accompagno mia figlia, che ha cominciato le superiori, alla fermata del pullman (ho sempre sbuffato bonariamente, rinfacciandole “ma insomma alla tua età non riesci ancora a muoverti da sola!!”) quando lei all’improvviso mi fa “Lasciami qui, vado sola. Ciao” e si allontana senza neanche guardarmi, sale sul mezzo pubblico e … ma neanche uno sguardo, un bacio, NIENTE!!!
E va bhé, dovrei essere contenta, finalmente comincia a organizzarsi … ma perché ho una stretta al cuore?
Qualche minuto dopo lascio anche il piccolo alle elementari, che mi dice “Posso provare ad arrivare da solo? Tanto sono solo pochi metri e tanti miei compagni lo fanno”
MA E’ UNA CONGIURA!!!! Cosa vi ho messo nel latte stamattina? Odio filiale insieme al cacao?
Faccio buon viso a cattivo gioco e sorrido, gli lascio lo zaino e lo guardo entrare.
Almeno lui, ogni mattina mi saluta, mi dà un bacio … e ancora nulla!
“Vabbé, tanto adesso si gira e mi saluta con la mano” mi consolo … niente entra chiacchierando e neanche mi fila!!
Mi sta venendo il magone e mentre mi avvio incazzata col mondo e dando a tutti e due dell’egoista, ecco la sua testina che spunta dal portone e mi manda un bacio con un sorriso grosso come una casa!
Ah, va già meglio, anche se di fondo, mi resta quel nonsocché di abbandono….
Torno a casa, con questo fastidio, ma due minuti fa è arrivato un SMS : “Io ci ho provato a fare la grande, ma mi manca la tua compagnia e i tuoi abbracci: posso aspettare a crescere ancora un po’? Baci, la tua principessa”.
… E sono ancora qui ad asciugarmi gli occhi!!!!
scheggie di cielo ...
Siamo piccole schegge di una stella impazzita
che ci ha lasciato cadere nel vuoto!
Siamo piccole piume di ali di un angelo
abbandonato in un cielo non suo!
Quanta voglia abbiamo di toccare la terra?
Quanta smania di affondare in lei?
Siamo piccole schegge di cielo d'inverno,
coi cristalli di luce che riflettono il sole.
Siamo piccoli lembi di un'anima triste,
che fatica a tenersi i suoi pezzi fuggiaschi ...
Siamo solo persone che si svegliano al buio,
ma che lottano per poter rivedere la luce!
Non so se e quando riusciremo a toccarla,
ma di certo senza, saremmo ... anime perse!
che ci ha lasciato cadere nel vuoto!
Siamo piccole piume di ali di un angelo
abbandonato in un cielo non suo!
Quanta voglia abbiamo di toccare la terra?
Quanta smania di affondare in lei?
Siamo piccole schegge di cielo d'inverno,
coi cristalli di luce che riflettono il sole.
Siamo piccoli lembi di un'anima triste,
che fatica a tenersi i suoi pezzi fuggiaschi ...
Siamo solo persone che si svegliano al buio,
ma che lottano per poter rivedere la luce!
Non so se e quando riusciremo a toccarla,
ma di certo senza, saremmo ... anime perse!
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