Nuova intervista autrice! E' con noi Silvia Maira
Per prima cosa, parlaci di te.
Mi chiamo Silvia
Maira e vivo a Marsala, una bella cittadina di mare.
Mi occupo della mia
famiglia a tempo pieno e condivido con mia figlia la passione per la lettura e
la scrittura. Scrivo da sempre, da bambina scrivevo ogni giorno un diario a cui
affidavo i miei pensieri. Duranti gli
anni del liceo, ho iniziato a scrivere i primi racconti, ma solo nel 2015 ho
pensato di inviare a un editore un mio romanzo.
Scrivere,
perché?
La scrittura per me è
la finestra aperta in un mondo più bello, è evasione, relax, sogno. È
la possibilità di vivere tante vite e di viaggiare restando a casa.
Il
tuo primo libro: cosa ricordi?
Il mio primo libro si
intitola “Un cuore a metà” ed è stato un libro che mi ha lasciato tante
emozioni, tutte belle. Ricordo i messaggi dei primi lettori che mi chiedevano
dei personaggi. Mi chiedevano se fossero reali o inventati. Ho conosciuto il
mondo dei blog e ho letto le loro recensioni. Le ho accolte tutte con piacere,
anche quelle più critiche perché dal 2015 a oggi ho sottoposto il testo a varie
revisioni e l’ho migliorato.
I
protagonisti o i personaggi secondari sono quelli a cui sei più legato/a?
Penso che un
personaggio secondario ben costruito sia interessante quanto il protagonista.
Mi piace chiamare i personaggi secondari co-protagonisti. Nei miei libri ci
sono sempre personaggi secondari che fanno da spalla al protagonista e
forniscono attimi assist per la storia.
Ti
ritrovi nei tuoi personaggi o sono completamente diversi da te?
Me lo chiedo pure
io! Forse metto qualcosa di mio in
alcuni personaggi ma non mi rispecchiano mai del tutto. In fondo il vantaggio
per chi scrive è di vivere tante vite tutte diverse.
Quando
inizi un nuovo libro hai già in mente tutta la storia o la elabori ‘strada
facendo’?
Quando inizio a
scrivere ho in mente le linee generali, ma mai il finale. Quello me lo
suggeriscono i personaggi strada facendo! Raramente scrivo una scaletta (perché
so che alla fine non la seguo), tengo tutto a mente e la sera, prima di
prendere sonno, immagino il proseguo della storia che metterò per iscritto il
giorno seguente.
Qual
è il libro più importante che hai scritto? Perché?
Ad oggi, il libro più
importante che ho scritto è “Una promessa per sempre” pubblicato da Bertoni
editore. Questo libro è liberamente tratto da una storia vera ed è stato
scritto in memoria di un giovane scomparso, disperso in mare durante la Seconda
Guerra Mondiale, quando la sua nave venne affondata. Con lui sono scomparsi in
mare altri 300 giovani. Un pezzo di storia non noto, di quelli che non si
studiano sui libri. Ritengo sia il più importante perché, grazie a questo
libro, sono riuscita a rintracciare alcuni familiari delle vittime di quel
tragico evento a più di settant’anni di distanza. Questa è stata la più grande
emozione che ho condiviso con l’altro autore del libro, Valerio Sericano.
“Erano figli di
famiglia mai morti e mai trovati, semplicemente dispersi, affondati con le loro
navi, sprofondati negli abissi in qualche remoto angolo di mare, assieme ai
loro sogni, alle loro speranze, ai loro progetti.”
C’è
stato, durante la stesura di un tuo romanzo, un momento in cui hai pensato di
non farcela? Hai mollato, o sospeso per un periodo, o tenuto duro e andato/a
avanti?
Mi è capitato di
subire battute d’arresto per ogni romanzo. Mi sono fermata a riflettere e a
rileggere quello che avevo già scritto e pian piano ho intravisto la strada.
Con il quattro mani di cui ho parlato è stato diverso. Se un autore si ferma,
c’è l’altro che va avanti fino a quando si riesce a scrivere di nuovo insieme.
La
domanda più insolita che ti hanno rivolto sui tuoi libri.
“Il tuo libro è
gratis?”
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