Lettori fissi

venerdì 23 novembre 2018

HTCD PARTY: Tu che colori la mia ombra di Elle Eloise

Ed eccoci giunti alla tanto attesa tappa ufficiale del HTCD Party!


Prima della recensione sul libro, vi ricordo di seguire anche le tappe successive attraverso i blog elencati qui sotto:



Il libro recensito oggi è Tu che colori la mia ombra



Trama:

Quando Paolo torna a casa, in Italia, ad attenderlo c’è la solita vita: appartamento, famiglia, università, amici. Ogni cosa al proprio posto, tranne se stesso. Il momento di andare avanti è arrivato, ma chiudere col passato sembra ancora impossibile. Il vuoto interiore che la mancanza ha creato quasi lo soffoca e i colori sbiadiscono di fronte al ricordo che, sottile, affligge i suoi incubi. L’improvvisa comparsa di Noemi Rizzo lo catapulta indietro nel tempo, a quando una ragazzina dai capelli rossi faceva di tutto per attirare la sua attenzione. Selvaggia e coraggiosa, sempre sorridente, lei si insinua nella sua routine e Paolo ha la sensazione che il sole stia tornando a far capolino tra il velo di grigiore. C’è qualcosa in lei che gli fa credere di poter tornare a guardare se stesso con occhi nuovi, qualcosa che non lo fa cedere, ma che lo sprona a lottare contro tutto ciò che non vorrebbe mai diventare. E d’improvviso l’attrazione esplode.


Recensione:

Dove eravamo rimasti? 
Ah sì, Sara e Paolo.
Ma in questo episodio, Sara è lontana, è rimasta in Austria con Isaak, abbandonando Paolo alla sua rabbia e alla sua delusione.
Ed è proprio con il ritorno a casa di Paolo che la nostra storia cambia sede e si arricchisce di una location che è quella del quartiere Vallette.


Questo luogo, una delle periferie di Torino, con le sue problematicità, con le sue vie che hanno i nomi di fiori e piante stupende, non riesce a non trasmettere ansia e dolore al nostro protagonista.
E' un grembo accogliente la casa in cui è cresciuto, ma solo perché ci sono la madre e suo fratello Marco (protagonista della novella 'Brucia l'inverno'). 
E' infestato da dolorosi e inconfessabile segreti quell'appartamento, dove il ragazzo diventa più taciturno del solito e scopre sempre cose nuove, sconosciute, che scavano nel suo animo, lasciandolo devastato e sconvolto.
Non che sia un ragazzo tranquillo, anzi. E' figlio di quella periferia che lo ha partorito, con quella rabbia in corpo e una voglia di scomparire da tutto ciò che lo circonda, che lo fa rispondere a monosillabi o con i suoi cupi silenzi. Disprezza tutto quello che fa parte di quelle case, avvolte nella loro omertà e così trasudanti di cattiveria, da cui vuole solo allontanarsi.
Anche se ha scoperto negli anni che in mezzo a tanta desolazione, ci sono delle perle, rare, ma perle. Come Anita, una prostituta del luogo, che lo ha trattato sempre con delicatezza, ha aperto il cuore a sua madre e a cui egli porta in regalo dei croissant quando torna in zona.
Ma quella mattina Anita non c'è, ha lasciato un vuoto inspiegabile, che gli crea una nuova ruga in mezzo alla fronte.


Sale le scale con la sola voglia di chiedersi il mondo alle spalle, e seppur incuriosito da un sussulto silenzioso che ode nelle scale, non vuole dargli peso, ma solo tuffarsi in braccio al suo letto e abbandonarsi all'oblio.
Come si dice? 'Fare i conti senza l'oste'? Già, questo benedetto omuncolo torna sempre a presentare il conto, che in questo caso ha un nome molto bene preciso: Noemi.



Vortice color rubino, con una massa di capelli voluminosi arricchiti da due rasta, torna a ricordare a Paolo cosa era la sua infanzia e quali i motivi della sua fuga.
E' cresciuta Noemi, è diventata non solo donna nell'aspetto, ma nel modo di fare.
Paolo è curioso nei suoi confronti, vorrebbe ricordare i vecchi tempi, ma trova un muro di ostilità che non riesce a spiegarsi.
Era una ragazzina desiderosa troppo presto di diventare donna, di farsi accettare dalla comitiva 'del cortile', la stessa combriccola che l'ha derisa, capitanata proprio da Paolo, che le ha creato intorno un vuoto allucinante e una nomea di cattivo gusto, cambiandole anche il suono del nome in 'SiEmi'.
Ma la giovane ha una forza di volontà assurda, una dolcezza d'animo e una caparbietà che sgretola muri, abbatte pareti, demolisce scuse e banalità.
E' sconvolto Paolo da questa donna apparentemente fragile, frustata da una malattia invalidante, ma che non perde il sorriso e la voglia di vivere.
Così come quando se la ritrova in casa come coinquilina, adorata da Ozzy e Sofi (sempre i soliti traditori 😄) e che occupa proprio la camera di Sara.
Entra in punta di piedi in un mondo di colori ed emozioni che non credeva esistessero, come quello delle tempere che usa per decorare i soffitti e le pareti della camera, regalandogli uno splendido squarcio di tempesta.

«…Se ci pensi, le tempeste sono affascinanti, vigorose, forti, pericolose e bellissime.»

Sorrido di nuovo: con Rizzo non si può dare mai nulla per scontato.

«Mi stai dicendo che sono affascinante, vigoroso, forte, pericoloso e bellissimo? Rizzo, non ti facevo così audace...»

La stringo di più a me, mentre ridiamo. Premo il suo corpo sul mio e credo che si incastrino alla perfezione.


Si sente travolto, intorpidito, perfino arrabbiato con se stesso. Sente di tradire la memoria di Sara, dei suoi amici perduti, ma soprattutto se stesso.
Il cambiamento emotivo irrompe prepotente in lui, riporta alla ribalta vecchi dolori, duri confronti, ma soprattutto a scoprire chi è il vero Paolo.
'Si rifarà il nostro ragazzo' mi ha detto sorniona Elle quando le ho detto - dopo il primo libro - che mi stava leggermente sulle scatole. Si sarà 'rifatto' ai miei occhi?
... Nì!
Nel senso che ci sono stati momenti in cui ho gridato: "Grande Paolino!", ma altri in cui lo avrei strozzato. 
E' un personaggio multisfaccettato, con tante maschere e facce, che non si riesce ad inquadrarlo completamente. Ci sono momenti in cui mi ha toccato l'anima per i suoi gesti, i suoi muti messaggi, altri in cui ho battuto 'il cinque' a Noemi, perché questa ragazza ha un nonsocché di fantastico.
Direi che come nel primo romanzo, faccio parte della squadra 'Sara/Noemi', donne stupende che hanno messaggi per tutte noi, come determinazione e voglia di rinascita... e tutte e due sono state 'strapazzate' da Paolo (e per questo, qualche punto lo perde. O forse per la sua ottusità? Bha, entrambe direi!)
La narrazione è la solita, scorrevole, profonda, quasi come vedere scorrere pigramente le immagini di un film, a volte a colori accesi, altre con atmosfere in bianco e nero, ma capaci di suscitare mille varietà di colori.
Anche qui c'è una vastità di musica da appuntarsi e scoprire, tecniche di pittura e grandi murales su cui indagare a ritmo di #NoName.
Insomma, ho cercato di fornirvi tutti gli indizi e le chiavi di lettura, disseminato curiosità, evitato spoiler, ma soprattutto creato un filo rosso che lega i due romanzi che, sono sicurissima, amerete alla follia.

Valutazione: ✯ ✯ ✯ ✯ ✯




Orme: le impronte di mani e piedi
Rappresentano un segno di 'presenza', l'attribuzione del riconoscimento di essere stati in un luogo. 'Non si vuol essere dimenticati e si lascia l'orma', ossia si vuol lasciare un ricordo incancellabile nella vita di qualcuno (o in un posto).
Secondo voi, dove sono queste impronte e chi le ha lasciate?






Nota: i volti dei protagonisti, presi da Google, sono solo a scopo dimostrativo e non usati a scopo di lucro. 
Le pagine estratte dai libri, acquistati in proprio in formato cartaceo, sono un omaggio all'autrice e vengono usati nella misura inferiore al 25% consentito dalla legge sul diritto d'autore


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