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sabato 23 marzo 2019

Review Party 'Boccioli di rosa' di Maria Cristina Pizzuto

Partecipo al RP della collana Policromia che si pone come obiettivo di parlare di storie vere, di quelle che arrivano al cuore, di quelle che permettono di riflettere e comprendere alcune situazioni a volte incomprensibili ai più, che si svolgono intorno a noi.
Il tema affrontato oggi è l'Anoressia, un viaggio nella mente di una persona che ha sofferto di questa malattia e ce ne parla sotto forma di diario.


Titolo: Boccioli di Rose
Autore: Maria Cristina Pizzuto
Edito: Policromia (PubMe)
Data uscita: 11/02/2019
Prezzo ebook: € 1.99
Cartaceo: € 12.00
Genere: Narrativa contemporanea
Pagine: 84



Sinossi:

Il libro presenta la vita interpretata dagli occhi di una ragazza anoressica, sotto molteplici aspetti della quotidianità. Si alternano stralci di riflessioni, pensieri, emozioni, e paragrafi in cui lei descrive come uscire da quei meccanismi della mente, e dunque, con l’andar del tempo, in che modo venire fuori dal tunnel dell’anoressia.



Se vi aspettate di trovare un resoconto di come comincia questa malattia, di come si evolve e qual è il suo scopo, allora non è il libro giusto per voi.
Purtroppo, come ho avuto modo di apprendere in prima persona, venendo a contatto con questo problema molto profondo e molto intricato, ogni motivo che porta all'anoressia, è veicolato da motivazioni diverse, disagi profondi e che scaturiscono dal vissuto di ogni persona che lo vive.
L'autrice racconta la sua esperienza, sotto forma di diario, ma non della sua ossessione del contare le calorie, di mangiare specifici cibi o di ingozzarsi d'acqua per evitare lo scendere del peso sulla bilancia, bensì cosa accade nella mente di una persona che soffre di questa 'bestia nera' e di come trova l'alternativa di fuggire da una realtà che la mette a disagio.

Sì, lo sento, riesco a percepirlo, e purtroppo me ne rendo conto. Mi sto sempre più distanziando dall’immagine perfetta e assoluta di un tempo, da quell’immagine di libertà spirituale che il mio corpo aveva creato per raggiungere la pienezza della mia persona, per credere in un mondo immaginario completamente opposto alla realtà che mi circonda; non un mondo fantastico, ma un mondo dove i valori dell’amore, della speranza e della giustizia regnano in armonia tra di loro.

Il modo di vedere di un'anoressica è diverso da chi cerca di starle vicino. Sa che provoca dolore con il suo comportamento, ma non riesce a comprendere il perché dell'ostinazione di chi la circonda, sentendosi opprimere dal dolore, dalla colpa e dalla solitudine.
Più una famiglia cerca di far quadrato intorno a lei/lui, più cerca di scappare, di liberarsi da quella sensazione opprimente e l'unico modo è quello di liberare il proprio corpo dal peso, dalla sofferenza, continuando a non mangiare.
La sensazione di freddo che la possiede le fa comprendere che qualcosa non va, ma il senso di quiete, di tranquillità che la inonda, zittisce anche il dolore delle viscere e della testa.
Lasciarsi andare è l'unica soluzione, perché riduce quel mondo assordante che c'è fuori, che cerca di imporre le proprie regole, i propri ritmi e i propri odori.
Il senso di inadeguatezza che si avverte verso gli altri è fortissimo e, seppur si cerca di cercare di essere 'normali', il viso non è altro che una maschera, dire 'sì' è una forma di riflesso solo per essere lasciati in pace, mentre chi ti ama - o chi dice di amarti - non fa altro che confabulare alle tue spalle, facendo aumentare quel senso di oppressione che spinge ad isolarsi.

È una bellissima percezione, candida, che ti prende, ti trasporta, ti travolge con le sue ali, e tu ti senti ipnotizzata da essa in qualunque momento della giornata. È un qualcosa che ti sostiene e ti rinfranca, ma come in tutte le questioni misteriose, in essa vi è anche la paura.


Avvicinarsi al punto di rottura, a quello di non ritorno, a volte è fondamentale: dentro di te devi sentire rompersi qualcosa, un affetto, un legame, il senso della vita. A quel punto si è a un bivio: si può solo faticosamente risalire, accettare dolore e sofferenza, sottoporre corpo e mente a uno stress estremo, cercando di recuperare ciò che può mantenere in vita, o almeno una parvenza di vita, oppure lasciarsi andare, smettere di lottare contro il senso di colpa e di pesantezza.
Ma questa è una scelta personale, nella quale nessuno può intervenire, tantomeno una famiglia inerme e devastata dal dolore.

E' una lettura leggera, seppur intrisa di sofferenza, aiuta a capire meglio quale sia il mondo delle persone che ne vengono a contatto e cerca di dare qualche consiglio alle famiglie, per il modo di approcciarsi a questo mondo oscuro e misterioso. L'unica forma possibile di aiuto è il dialogo, la comprensione, lo scavare in ognuno di noi per comprendere cosa possa far scattare questa forma di difesa, che può andare dal semplice senso estetico, dalla non accettazione del corpo che cambia, a un mondo di sofferenza e incomprensione che vi gira attorno.

Qualora voleste approfondire l'argomento, vi consiglio un film molto toccante e di grande impatto sui problemi alimentari, con due attori d'eccezione come Lily Collins e Keanu Reeves che si chiama 'To the bone' ossia 'Fino all'osso'.

Buona lettura!


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Se volete seguire il RP, ecco le altre date:



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