Qual è l’elemento che non manca
mai nei tuoi scritti?
Nei miei romanzi c’è sempre la morte, non solo come evento ma anche
come riflessione. Credo sia in atto una sorta di ragionamento e di esplorazione
di questo tema inesauribile. L’altro elemento sempre presente è il sogno in
tutte le sue possibili sfumature. I sogni sono per me fonte di ispirazione e lo
diventano anche per i miei personaggi.
Fai una scaletta o vai ‘a
braccio’?
Seguo una scaletta, che ovviamente non è rigida, ma soprattutto preparo
delle schede dei personaggi, perché mi piace articolarli, studiarli. Alcuni
aspetti sono chiari sin da subito, altri li scopro durante la narrazione, così
come accadrà al lettore.
Prima persona o terza persona?
Cerco di non impormi mai nulla, ma ho osservato che preferisco scrivere
in prima persona i racconti e in terza i romanzi.
Giorno o notte conciliano meglio
il tuo modo di scrivere?
Cerco di sfruttare i momenti liberi quando si presentano, ma se potessi
scegliere forse scriverei unicamente di notte. La notte è quiete e riesco a
raccogliermi con più facilità nella scrittura.
Genere puro o contaminazioni di
genere in un unico libro?
I miei romanzi sono super contaminati, infatti con l’editore ci sono
sempre grandi riflessioni sul dove metterli. Non riesco e non voglio scrivere
un genere puro, amo che le mie storie prendano la via che devono e per ora non
hanno mai preso una via sola, ne abbracciano molte.
Quali sono le fonti
d’ispirazioni di cui ti servi quando scrivi?
I sogni, il mondo onirico, come dicevo prima, sono fonte di
ispirazione, ma anche le immagini e i saggi. Ho trovato nello studio
dell’esoterismo una fonte inesauribile di suggestioni.
Ti ritrovi nei tuoi personaggi o
sono completamente diversi da te?
Credo che ognuno di noi contenga tutto, anche quello che non vorrebbe
ammettere. I miei personaggi sono esplosioni di quel che mi porto dentro,
cristallizzazioni di pensieri ed emozioni.
La scrittura ha potere
terapeutico per te?
La scrittura mi salva la vita ogni giorno, così come ogni espressione
di creatività, mi ricorda che la vita va vissuta con pienezza e con occhi
sognanti, ma aperti.
Come scrivi, penna e carta,
foglietti volanti, computer?
Scrivo al computer, ma gli appunti sono rigorosamente a penna su fogli
che raccolgo in cartelline super incasinate che solo io comprendo.
C’è stato, durante la stesura di
un tuo romanzo, un momento in cui hai pensato di non farcela? Hai mollato, o sospeso
per un periodo, o tenuto duro e andato/a avanti?
Quando scrivo ci sono spesso dei momenti in cui mi chiedo non tanto se
ce la farò, ma se ha senso quello che sto ideando. Cerco di rispondermi con
onestà, di non prendermi in giro, ma anche di non togliermi il piacere di
pensare a storie strampalate per il gusto di farlo.
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