Lettori fissi

martedì 2 luglio 2019

1^ edizione Festival Romance Italiano 2019 - io c'ero!





Di solito, per ogni nuova avventura, si dice: 'Comunque vada, sarà un successo'.
Per il Festival Romance Italiano 2019, vorrei solo dire: 'E' stato un successo, ancora prima di cominciare!'
E il merito bisogna riconoscerlo, va a una donna grintosa, con capacità creative e organizzative davvero eccellenti, come Lidia Ottelli e il suo Staff de Il Rumore dei libri, supportato da altri blog come Opinioni Librose, Libri magnetici, Romanticamente Fantasy Sito, Insaziabili letture, A spasso coi libri, Le cercatrici di Libri, Romance e Fantasy for Cosmopolitan girl, e sponsor d'eccezione come Kobo Writing, KineticVibe e Leggere Editore.

  

Non sto a raccontarvi la mia giornata, né da blogger, né da lettore, ma voglio solo condividere con voi le informazioni, le scoperte, le iniziative e il clima della giornata.
Cominciamo da quest'ultimo, perché mi aspettavo nervosismo e ansia, essendo un evento mai fatto prima, invece c'è stata professionalità sia da parte del personale dell'hotel che ci ha accompagnate ai piani, sia della security. Forse le più emozionate erano le ragazze dello staff, ma se la sono cavate alla grande e hanno avuto per noi partecipanti, sorrisi e gentilezze.
Il primo impatto a entrare nella sala, che ferveva ancora di preparativi di allestimento stand (ci sono stati ritardi, purtroppo, ma ciò è normale) è stato il colpo d'occhio: WOW!
Era un fiorire di colori, di macchie caleidoscopiche in cui spiccavano colori allegri e persone allegramente attive.

  

Mi sono fiondata subito da autrici, organizzatori e amiche, per evitare di rimanere imbottigliata nel 'traffico' di fan e lettori, che puntualmente poco dopo, si è palesato.
E' stato il momento più bello: mesi a parlarne e finalmente ci vedevamo 'dal vivo' con abbracci, sorrisi e quella gioiosità che mi è mancata negli ultimi anni all'interno del mondo editoriale.
Sembrava che quella sala, gremita da persone, che lavoravano alacremente, fosse uno spaccato tirato via all'editoria, che ti faceva comprendere il perché scrivi, perché leggi, perché ami questo mondo.
E' stato emozionante, lo ammetto, ed ero felice per chi aveva fatto grandi sacrifici per esserci...
Invidia? No, solo soddisfazione di rendermi conto che c'è gente meritevole e che aspetta un momento per emergere, per farsi conoscere. E questo il FRI lo ha dato.
Lo staff è riuscito nel miracolo di portare a galla un talento tutto italiano, gran parte snobbato, come quello del Self, o quello della grafica, dell'editing, della promozione. Piccole, grandi imprese che stanno nascendo e promettono davvero grandi risultati.
Forse sono di parte, ma mi pare che ci siano tutte le premesse di buon lavoro da parte di persone come Pamela Fattorelli con la sua Catnip Design ('seguire il rosa'), la Rocchia design, la grafica accurata di Manuela Paric' e quella della poliedrica autore, nonché designer Simona Diodovich.


 
    



Ci ho visto molta creatività e soprattutto robustezza nei lavori, con cataloghi molto accurati che fanno dimenticare quelle cover o impaginazioni che fanno storcere il naso.
E che dire delle autrici? Sinceramente sono molto di parte, avendo rapporti molto stretti con molte di loro, ma posso dire che sabato c'era l'imbarazzo della scelta e una forte voglia di aprire un prestito personalizzato per comprare tutti i libri (modestamente abbiamo superato la soglia del 250 euro e devo dire che è stata una sofferenza lasciarne altri sui tavoli).
Ciò che mi ha colpito maggiormente è stata la varietà di gadget realizzati: a partire dal più semplice segnalibro cartaceo (ma di qualità ottima, disegni bellissimi e spessore notevole), a quelli in metallo, a quelli in fimo, i modelli morbidi, gli oggetti di bellezza (specchietti, trucchi, profumi), a quelli fantasy con colori stupendi (bottigliette, collane, bracciali) fino a snack personalizzati come caramelle, chupa chups e altri dolci.
E' stato come vedere una di quelle mega fiere americane che ti fanno solo dire: Questo è il paradiso!!
Per quanto riguarda la parte professionale, sono riuscita a partecipare a due soli eventi, quello della CE Dri Editore, con un Thomas Dri versatile e frizzante, gentilissimo padrone di casa, che ci ha deliziate con novità, ma anche tanti aneddoti, regalando anche una serie di storie da leggere davvero carine.



A seguire, c'è stato l'incontro con la Kobo Writing life, a cui hanno preso parte Adele Vieri Castellano, Raffaella Poggi e Francesca Coletti (della Harper Collins).
Devo dire che ci hanno dato una serie di indicazioni non da poco, soprattutto per chi è agli inizi e vuol promuoversi e fare lo scrittore.





Ci hanno dimostrato, tramite l'esperienza KWL, che la tanto ricercata originalità della cover a volte perde gran parte della sua carica di promozione, se non è curata o se si punta solo sui modelli in copertina. Ad esempio, va benissimo l'uomo nudo, il 'manzo' tatuato, se riesce a non far concentrare l'attenzione solo sul fisico, ma che sia in sintonia con la storia narrata. Bisogna porre attenzione anche sull'uso dei font, dei tag, sul nome autore e titolo del libro, 'copiando' un po' l'egocentrismo americano che punta molto sull'esagerazione.
L'accento ha puntato molto sulle sinossi, che non siano banali riassunti della trama, ma che abbiano una nota accattivante, che creino il desiderio di leggere il libro, senza che l'autore lo spoileri nella seconda di copertina. Importante è la categoria in cui si va a collocare il libro, scegliendo il genere giusto, senza creare confusione per il lettore che decide di leggerci.
Infine, nota dolente, l'editing, questo sconosciuto. E' stata sottolineata la carenza della grammatica italiana, lasciata all'interpretazione di pseudo editor o beta, persino correttori di bozze, che non hanno nulla a che vedere con un servizio professionale.
Adele ha posto l'attenzione su questo tema, che rischia di vanificare il nostro bel romanzo, se non gli diamo la giusta veste, che non sia solo una copertina 'acchiappa consensi'.
Un luogo ancora sconosciuto è il mondo social, in quanto, a seconda di dove si è più bravi a mettersi in vetrina, ci sarà la risposta del nostro pubblico. I millennials non hanno difficoltà a mettere faccia e voce nelle IG stories, mentre diventa più difficile per le generazioni precedenti, più legate a FB o TW.
Ma questa è una scelta personale, dove promuovere la propria storia e se stessi, deve essere un vestito su misura in cui ci si ritrovi e ci si senta bene.
Che dire? Occorre elencare altro?
Non credo. La carrellata di immagini che seguiranno vi faranno comprendere che bella giornata è stata, quanto lavoro c'è stato dietro, e come, ogni persona che è andata via, si è portata molto, oltre al sorriso.
Io devo dire, che in un'atmosfera del genere, sono andata a riaprire il mio cassetto dei libri dimenticati e ho sorriso, rileggendo le mie vecchie chick lit.
Chissà, per il prossimo anno che non ceda alle lusinghe del genere rosa!

      
   

  

  

  

   
 

 

 

  

  

   

   

  

   

  

   

   

  

  

  

  

  

  

    

  


2 commenti:

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