Lettori fissi

venerdì 11 maggio 2018

Volevo fare la scrittrice...

Perché dare un nome del genere a un blog?
La risposta è piuttosto semplice: adoro leggere e credo sia un percorso naturale passare dal leggere allo scrivere.
Ma ho scoperto che mai cosa fu più paradossale!
Ci sono persone che leggono tantissimo eppure non riescono a mettere due parole in fila di senso compiuto su un foglio di carta.
Quindi il binomio 'leggo, dunque scrivo' non sempre funziona.
Devo confessare che io ho scritto fin da ragazzina e non ho mai avuto quello che si chiama 'il blocco delle scrittore'. Anzi, semmai il mio problema era la sovrabbondanza di idee, racconti, stralci di dialoghi scribacchiati tu pezzetti di carta, inevitabilmente finiti chissà dove.
Ho cominciato ad avere un criterio quasi normale quando ho preso nel lontano 1989 un computer, su cui ho annotato tutti i miei confusi pensieri, mentre prima non si contavano i diari e le agende personali, chiuse con lucchetti dalla forzatura assurda.
E alla fine ci sono arrivata a scrivere, ma è stato un puro caso.
Scrivere per i motivi che portano me a imbrattare un foglio bianco non credo sia proprio salutare, in quanto riverso in questo spazio tutto quello che alle volte non si può dire, non si può manifestare perché nasce dal disagio di sentimenti che provo nei confronti delle persone che amo.
Il primo libro che ho 'dato alla luce' è stato proprio una sorta di nuova nascita, un atto stupendo che come madre ho avuto nella vita, con la nascita dei miei figli.
Il romanzo 'Una Fairy per gli Scream' nasce come 'dono a nuova vita' a mia figlia Naomi, per aiutarla a trovare luce e speranza in un momento molto buio della sua vita, quando l'adolescenza e tutto ciò che ti frana addosso, ti rende debole e purtroppo soggetta alle cattiveria altrui.
Vi parlerò del tema un'altra volta, perché vorrei associare a questo libro un'immagine di speranza, dove la storia di un gruppo di musicisti si interseca a quella di due sorelle, creando intrecci sentimentali e legami davvero significativi.
Amore, amicizia, speranza, voglia di vivere e progettare il proprio futuro, questo è Fairy, dove il personaggio di mia figlia, non è altro che la complementarità della luce di Naomi e le ombre di Belinda, due anime in un solo corpo reale.
Sono riuscita a coronare il mio sogno da scrittrice?
Credo proprio di no, ma mi sono divertita alla grande!



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