In un pomeriggio d'estate, Marco e Francesco scovano un vecchio armadio nelle stanze in disuso della casa dei nonni. Marco chiude Francesco nell'armadio, per gioco. Non sa che quel gesto cambierà per sempre la sua vita e metterà fine a quella del fratellino. Qualcosa di terribile e oscuro si annida oltre le ante dell'armadio, ma solo molti anni dopo Marco scoprirà di cosa si tratta e deciderà di combatterlo, per se stesso e per il fratello scomparso. Spaventose divinità, riti druidici e la storia di una vita alla costante ricerca di riscatto.
RECENSIONE
Cosa c'è di più noioso che passare un'intera estate dai nonni, nella campagna e non avere nulla da fare? Niente, secondo Marco che, per stravolgere un po' la routine, decide di sfuggire alla sorveglianza degli anziani e trascinare con se il fratellino Francesco, in una nuova avventura, creata apposta per loro.
Ci sono le stanze vuote da scoprire, tutte buie e fresche, in cui potranno ambientare i propri giochi e, chissà, scovare qualcosa di interessante. Come quel vecchio armadio che a vederlo non è nulla di che, ma ha un'aura antica, è bello grande, robusto, di un legno che sembra modellato per reggere il gioco di due ragazzini.
Se non fosse che intorno c'è una scia di ragni morti e sporcarsi le scarpe a Marco proprio non va. Ma Francesco gli ha dato del 'pisciasotto' e questo proprio non lo può sopportare. Così, cosa c'è di meglio che far passare l'arroganza a un birbantello delle elementari, se non chiuderlo qualche secondo nello stesso armadio e fargli prendere un po' di strizza? Nulla, secondo lui.
Se non che Francesco si sta lamentando che ci sono delle facce che lo guardano da quelle ante oscure e qualcosa lo sta afferrando dal buio. Ma quando il fratello cerca di tirarlo fuori, pensando che pochi secondi di punizione siano più che sufficienti, ecco che qualcosa di grave avviene: una lunga mano oscura e ossuta cattura Francesco e di lui non ci saranno più notizie.
Cosa è accaduto?
Se lo chiede anche Marco, che seppur ha trascorso quindici anni d'inferno da quel momento, non ha più avuto notizie. La sua famiglia è distrutta, il padre viene a mancare, ma per lui è come se la vita che conduce è una sorta di inganno in attesa che suo fratello torni o che dia notizie di sé.
E tutto questo ricomincia ad avere un senso il giorno in cui viene chiamato per un trasloco in una villa solitaria, dove le sue paure e il suo dolore torna a farsi sentire nel momento in cui posa gli occhi su quello stesso armadio che pensava distrutto.
Da questo momento leggende piemontesi, misteri di famiglia, antichi riti e presenze oscure vi terranno compagnia, con colpi di scena non prevedibili e dialoghi ricchi e toccanti.
Diventerete Marco alla ricerca della verità, ricucirete lo strappo col passato e viaggerete nei suoi ricordi e quelli della sua famiglia, per ritrovare una strada perduta e le proprie origini.
L'autrice ha dato ancora una volta la prova di essere brava e per nulla prevedibile, con una storia che sa di nuovo, pur avendo radici antiche, arrivando fino ai druidi e abbinandola alla vallata piemontese dove, ancora oggi, un qualcosa del passato sembra non essere mai andato via.
La narrazione e i dialoghi sono scorrevoli, con toni romaneschi intessuti a momenti dove anche il silenzio sembra parlare.
Le ambientazioni sono vivide, ricche di oscurità palpitante e di segreti palpabili, che porteranno il lettore a viaggiare speditamente verso la fine... che sarà una fine?
A voi la risposta e la lettura.
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