E quale occasione migliore, di parlare di bella narrativa, in una giornata dedicata all'amore in tutte le sue sfumature?
Il libro, uscito da pochissimo, mi è stato concesso gentilmente in lettura dalla Mondadori, che, come sempre, presenta delle vere perle di lettura. E di questo non posso fare altro che ringraziare.
Sinossi
Diego non è un tipo da traguardi convenzionali, non cerca certezze, tantomeno relazioni stabili. Vicino ai quarant'anni, vive insieme alla gatta Mercedes in una mansarda vista laguna a Venezia e colleziona avventure senza troppi pensieri. La sua grande passione da sempre sono i libri e le parole, e ne ha anche fatto una professione: lavora come editor in una casa editrice. Per questo quando un giorno, mentre sta facendo la spesa al supermercato, trova per terra un'agenda, non può che rimanere colpito da ciò che vi è scritto. L'agenda appartiene a una certa Giulia Moro, che vi ha appuntato una singolare "to do list", una lista di cose da fare che a un certo punto si interrompe misteriosamente. Incuriosito, Diego si mette sulle tracce di Giulia, pittrice di talento ma tormentata da un dolore che le impedisce di utilizzare il rosso - il colore del sangue, del fuoco, del cuore - nei suoi quadri. Diego si fa trovare, apparentemente per caso, nei luoghi indicati nell'agenda di Giulia: quando i due si parlano per la prima volta, tra loro scatta un'immediata attrazione. Ma Diego pensa di essere troppo inaffidabile per riuscire ad amare, e per Giulia l'amore non rientra affatto nella sua "to do list"... Lorenza Stroppa attraverso le voci alternate dei due personaggi ci conduce nei vicoli e nelle strade fatte d'acqua di una Venezia intrigante e luminosa, lontanissima dai cliché turistici, e delinea una mappa non solo geografica ma sentimentale: riusciranno parole e colori a trovare il linguaggio dell'amore?
Recensione
Dirò un'unica cosa al riguardo, di questo libro: la lettura perfetta!
Cos'è la lettura perfetta?
E' quella sorta di viaggio che ti offre un libro quando, ti si avvicina come una piccola zattera sull'oceano, ti invita a salirci e poi parte all'avventura. Questa può essere calma, tranquilla, oppure appena traballante o trasformarmi in una tempesta impetuosa che ti scuote, facendoti affondare o sopravvivere.
Di certo però è un viaggio che ricorderai, non potrà lasciarti indifferente.
E questo mi è capitato leggendo la storia di Diego e Giulia: ne sono rimasta affascinata.
Partiamo da Diego: l'uomo delle parole, quello che colleziona suoni, vergati con minuzia in tanti piccoli quaderni. Ama le parole - fa l'editor nella vita - e si diverte a farsele scivolare sulla lingua, come una caramella, indugiando sul sapore e sulla scorrevolezza. Parte da piccole perle come 'serendipità', passando per 'melancolia', fino a scomodare anche locuzioni greche, che tanto si incastrano perfettamente nella vita di tutti i giorni.
E poi c'è lei, Giulia, un'anima distratta dalla vita e dal passato, dalla tristezza che la invade facendole dimenticare anche di mangiare, coinvolgendola nel mondo dei colori. Dipinge Giulia, ma con quella intensità che vi farà rabbrividire. La mescola dei colori, delle grane, delle densità, ve la fa avvertire sulla pelle. Sono complicati i colori, così come sono complicati i sentimenti a cui sono legati: dalla profondità e turbolenza del blu, alla sfumatura grezza dell'ocra; dall'assenza (o troppo presenza) del nero, al dolore e scuotimento del rosso.
Profumano i suoi colori, così come profumano le parole di Diego: due modi diversi di vivere la vita, che sembra quasi farla scivolare senza lasciare traccia.
Ma le tracce ci sono, lì, presenti, graffianti, tracciano solchi nella mente e nel cuore, scuotono, fanno palpitare, fanno pensare e soprattutto, fanno soffrire.
Qual è il colore del vento? Me lo sono chiesta spesso, guardando dalla finestra i panni stesi prendere vita, gli uccelli planare e sfrutta la scia, le creste del mare alzarsi e scontrarsi una con l'altra.
E' un incontro strano quello dei due protagonisti, legati a delle annotazioni su una piccola agenda di una lista di 'cose da fare', una sorta di viaggio da definire, prima di...
Ma prima di cosa? si chiede Diego, seguendo l'ombra di una donna che gli entra nel cuore come un tormento, facendolo dubitare dei suoi stessi pensieri.
E' coinvolgente, Giulia, come un vino rosso invecchiato al punto giusto, lasciato a decantare in un bicchiere, in una sera d'autunno, su un davanzale. E' intensa come la notte, come le sue passioni, come il suo dolore.
Intorno a lei, si muovono le vite altrui, con intensità, come quella della sua migliore amica Rita, un ciclone di donna, dalla vorticosa vita sessuale, che vuole vivere intensamente ogni momento, come fosse l'ultimo.
E Teresa, la vicina di casa, che intesse la vita passata come i suoi centrini in pizzo, memoria di un passato mai dimenticato e che l'aiuta a ricordare chi è stata: intensa, viva, donna.
Mercedes, una gatta grassa e batuffolosa; Frank, amico di Diego, spalla su cui piangere, e il piccolo Pietro, un cucciolo di nerd di cinque anni, saggio e curioso, che comprenderà le cose, molto prima che ci arrivano gli adulti, sono i personaggi che si muoveranno in questo panorama, portando allegria e tanta umanità.
Lo scenario è quello di una splendida Venezia, isole comprese, regalate da un occhio esperto, che non è quello servito ai turisti che popolano la città, ma quella di chi ci è nato, che la vede vivere e soffrire. Uno spettacolo mozzafiato, ricco di odori che sembrano provenire direttamente dai canali, dagli anfratti bui e da epoche lontane che sono delle autentiche rivelazioni.
Il cuore d'argilla, posto proprio sopra l'architrave interno del sotoportego.
Il simbolo dell'amore tra Orio e Melusina, che si dice abbiano abitato proprio nella casa sopra al sotoportego.
Bisogna sapere che c'è per trovarlo, ma ormai la leggenda si è diffusa e il cuore di pietra rientra tra le curiosità della città.
Io ho scoperto che Diego ha dato tutta una serie di categorie agli aspiranti autori: il pulcino (timido e ingenuo), il castoro (pignolo fino alla morte) l'oca starnazzante (ahimé, quanti ne conosco!) il pavone (e neanche commento), e il gufo saggio. Se dovessi lavorare con lui (vista la mia passione per la scrittura) sarei proprio il gufo e, su suo suggerimento, forse mi limiterei a fare l'amico, a conversare di libri e poi a smettere di scrivere!
Battute a parte, mi sono persa in questo libro.
E' stata un'altalena di emozioni, non fatta di picchi e cadute, ma di intensità e pause.
La narrazione è coinvolgente, mai noiosa, sempre attenta al lettore. Ogni frase è ricca di parole non dette, pensieri non consumati, profumi che ti entrano nell'anima e ti fanno pensare, riflettere, decidere.
E la storia si snoderà verso una direzione imprevedibile, ricca di scoperte, ma anche di dolori intensi che non ti permettono di dimenticare. E amore, amore, amore che non sai se vuoi vivere o lasciar andare.
Ammetto che a leggere queste frasi, questi pensieri, mi sono ritrovata a capire cosa significa scrivere un buon libro.
E di questo ringrazio l'autrice e le auguro che le sue emozioni, arrivino fino a voi.
Buona lettura
Giudizio: ❁❁❁❁❁
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