Autore: Stefano Mancini
Editore: Fanucci Editore
Genere: Thriller
Pagine: 382
Uscita: Novembre 2019
Formato Ebook: € 6.99 - Cartaceo copertina flessibile € 16.00
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Trama
Londra. È notte ed Ethan Cooper, giornalista del Guardian, è alla guida. All’improvviso, sbucato dal nulla, un uomo si lancia sotto la sua macchina. L’asfalto, zuppo di pioggia, rende inutile la frenata: l’impatto è inevitabile, gli effetti devastanti. Resosi conto della gravità dell’incidente, Ethan chiama i soccorsi e raggiunge l’uomo in fin di vita. Questi, con le ultime forze, gli consegna due oggetti e pronuncia alcune frasi incomprensibili.
Sentendosi responsabile per quanto accaduto, Ethan comincia allora un’indagine che lo porta prima a una cassetta di sicurezza a Francoforte, poi in una cittadina al confine con la Polonia dove conosce Kirsten, brillante fisico, e nipote di un chimico al servizio del Terzo Reich, sequestrato e giustiziato per motivi mai del tutto chiariti.
Trascinati in un vortice di enigmi da risolvere, codici cifrati e inquietanti messaggi dal passato, Ethan e Kirsten dovranno far luce sul più sconvolgente progetto mai sviluppato dalla Germania nazista. In palio non solo la loro vita, ma anche il futuro dell’intera umanità.
Un thriller fantascientifico da cardiopalma, una lettura entusiasmante, uno scenario inedito.
RECENSIONE
L’enigma del Fuhrer è un libro che non potete non leggere!
Perché?
Semplicemente perché contiene un intreccio di thriller, mistery e storia
che non vi lascerà scampo.
Ma andiamo per gradi, parlando di cosa mi ha colpito.
La storia inizia nel 1945, in Germania, precisamente a Ludwigsdorf, un
centro urbano dove risiede Günther e la sua famiglia. Impareremo a conoscere
quest’uomo eccezionale, attraverso le sue parole racchiuse in un diario, che renderanno il suo personaggio cruciale per l’intera faccenda.
Il 29 aprile è a cena con sua moglie, che rappresenta tutto il suo mondo
e il cardine su cui baserà tutte le sue scelte, e la sua unica figlia Dietlund,
a cui riserva tutto il suo amore e il tempo libero.
L’anteprima in cui lo conosciamo è un momento davvero drammatico, in cui
Günther sta ponderando una decisione che coinvolgerà non solo lui e la sua
famiglia, ma il destino di tutta l’umanità. E’ prostrato dal dolore e dalla
stanchezza, ma l’unica cosa che pensa è che deve fare ciò che ha pianificato: è
l’unica sua scelta.
“Scese
le scale come un predatore. Si mosse cauto nell’oscurità, poggiando il peso con
cautela per evitare gemiti dai gradini di legno. Scivolò sul parquet e
raggiunse il salotto, dove sprofondò nella poltrona.
Fece
un lungo respiro.”
Se vi state interrogando su quale sarà la scelta di Günther, ebbene
dovrete aspettare un bel po’, visto che il capitolo successivo ci porta a
Londra, anno 2020, incontrando Ethan Cooper che, in una notte buia e piovosa,
trova sul suo cammino un uomo disperato, che finisce sotto le ruote della sua
auto. Spaventato e shockato, si precipita a prestargli soccorso, ma viene
aggredito da due uomini in nero, che prima perquisiscono il ferito, poi si
accaniscono su di lui, salvo fuggire quanto arriva l’ambulanza.
L’uomo a terra, morente, riesce a sussurrare alle orecchie di Ethan
poche, incomprensibili parole:
“Entra in banca…. Con Mathilde. La chiave è…. Morta…”
C'è la corsa disperata all’ospedale, durante la quale l’uomo muore.
Ethan passerà
molto tempo a riflettere su quella strana aggressione e su quelle
parole che non sa come interpretare.
Inizia questa intricata e ben caratterizzata storia, in cui scopriamo che
Ethan è un giornalista sportivo del Guardian, odiato dalla polizia per i suoi continui
attacchi alle forze dell’ordine, a causa di una vicenda personale che ha
coinvolto la sua famiglia e il fratello.
Dalle indagini che lo coinvolgono, per l’investimento dell’uomo
sconosciuto, esce senza accuse, ma le domande che riguardano quella morte e le parole che gli sono state sussurrate, fanno aprire uno scenario
assurdo e sfaccettato.
Inizia a indagare e arriva a una cassetta di sicurezza a Francoforte, dove
trova una specie di diario, che lo porta a rintracciare l’ultima erede vivente
di Günther, Kirsten, scienziata del CERN, che ha appena perso l’adorata nonna ed è piuttosto scettica sul suo racconto.
L’incontro tra i due fa partire una scoperta dietro l’altra, tracciando
la storia conosciuta, ma soprattutto misteriosa, del lavoro di Günther a
servizio delle SS e soprattutto del Führer.
Non dico altro perché davvero sarebbe come svelarvi l’intero racconto, ma
posso solo confermare il mio entusiasmo per questa bella storia.
Vi suggerisco di soffermarvi sul personaggio di Larry, un timido hacker, amico di Ethan, che darà un enorme contributo alle varie vicende, soprattutto sul finale.
Altro prezioso momento riguarda la comunità rom che ospita i due protagonisti durante una rocambolesca fuga, descritta in maniera palpitante e che mette in luce personaggi secondari di vero spessore emotivo.
Nell’ultimo periodo ho letto tanti libri ambientati negli anni oscuri del Terzo Reich, che
mirano a far conoscere cosa sia stato quel periodo storico molto particolare,
visto da angolazioni diverse e da protagonisti diversi, ma che hanno in comune il
sentimento di speranza per un personaggio come Hitler, ambizioso e carismatico,
fino all’orrore dovuto alle sue scelte e quelle dei suoi gregari.
In questo libro conosciamo, attraverso i racconti di Günther, gli esordi
di un uomo che infiammava le folle, fino ai progetti più avvenieristici e folli, che lo hanno tramutato in un dittatore e sterminatore di gente.
Nulla di quanto fatto sembra ‘cattivo’ o ‘deplorevole’: è la visione che
ne ha un tedesco, che vive per la rinascita della sua patria, dopo
l’abbruttimento seguito alla Prima Guerra Mondiale.
Günther è convinto che tutto quello che gli viene commissionato, servirà
al bene dei tedeschi e quindi della sua famiglia. E’ una visione nuova per un
lettore, che si ritrova a guardare l’intera vicenda attraverso gli occhi del
‘nemico’ e a provare i suoi stessi sentimenti.
La scrittura di Stefano Mancini è fluida, non diversa dai suoi racconti
di epic fantasy, ma più strutturata, più ricca di emozioni e messaggi. E’ una
sorta di maturazione che porta il nostro autore, in un’angolazione più
anglofona, più snella, ma sofisticata al tempo stesso.
Le diverse spiegazioni su apparecchiature complesse, come la macchina
Enigma, e la struttura stessa della crittografia usata nel diario di Günther,
fanno comprendere quanto studio ci sia stato, quanto assottigliamento di
nozioni algebriche, fisiche, di componentistica, per portare al lettore un
prodotto lineare, ma soprattutto credibile.
Non è facile prendere un mix di argomenti simili e creare un libro
vincente, eppure in questo caso è stato fatto.
Direi che finalmente il thriller italiano ha un nuovo nome, frizzante,
vincente, che nulla ha da invidiare oltralpe, ma che riempie di orgoglio chi,
come me, adora il genere ed è felice di poter leggere un prodotto che parla con
sfumature tutte italiane.
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