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lunedì 8 maggio 2023

Recensione per François Morlupi "Formule Mortali. La prima indagine dei cinque di Monteverde'

 Ritorna il commissario Ansaldi e il suo gruppo di intraprendenti agenti di Polizia della sede di Monteverde!



In una torrida estate romana un passante scopre un cadavere di un uomo atrocemente torturato e mutilato. Sul terreno insanguinato gli arti amputati disegnano una celebre formula fisica. È il primo di una serie di omicidi rituali che coinvolgono vittime senza alcun legame apparente. A tentare di risolvere il caso è chiamato il commissario Ansaldi, professionista integerrimo ma tormentato dall’ansia e dagli attacchi di panico. Ad accompagnarlo in questa avventura verso il male, il vice ispettore Loy, una ragazza con un forte disturbo antisociale di personalità, e altri tre membri del commissariato di Monteverde. Tenteranno insieme di venire a capo di quello che ormai i media hanno battezzato come “il caso delle formule mortali”, un’indagine dopo la quale nessuno dei protagonisti sarà più lo stesso.




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Si torna alle origini del commissariato di Monterverde.
Potrà sembrare banale, ma trovo che sia stata una grande idea quella di scrivere un libro che illustrasse il 'principio' del quintetto di poliziotti che sono diventati il nostro punto di riferimento per le indagini, apparentemente, normali di Roma e della zona del quartiere.
Con il primo libro - Come delfini tra pescecani - ci siamo affezionati ad Ansaldi, ipocondriaco e, apparentemente, docile commissario, al duo dei Ringo boys e alla enigmatica Eugénie, tanto da sentirli come 'di famiglia' e a cui ci rivolgeremmo senza pensarci su, per qualsiasi cosa possa accadere nelle nostre vite.
Con il secondo libro - Nel nero degli abissi - abbiamo scavato nell'animo e nel torbido delle persone, scoprendo quanto l'abisso sia profondo e oscuro, tanto da rimanerne abbastanza sorpresi.
In questo 'prequel' trovo che il noir abbia fatto il suo corso e sia arrivato a un punto da rispondere a tutte le nostre domande, anche se le risposte, non sempre, sono piacevoli.
C'è una sorta di divisione narrativa, una prima parte fatta di noir e giallo vero e proprio, l'altra, composta da analisi psicologica dei personaggi e di come sono diventati ciò che conosciamo.
Sapevamo della battuta d'arresto della carriera del commissario, della sua vita con molti 'tombini aperti' dai quali sono nate le sue manie e le sue frustrazioni, ma non ne capivamo l'origine e la profondità, in cui questo volume scava fino a darci il quadro completo della situazione.
E che dire del duo dinamico - Di Chiara e Leoncini - scanzonati e impegnati nella loro vita tutto cibo/partita/film coreani per il primo, e ragazze/danze/bevute per il secondo, come intervallo tra un'indagine e l'altra, come a seguire un filo conduttore della ricerca dell'io e del proprio posto nel mondo? 
Mai come questa volta vi sembreranno fragili, insicuri, umani.
Non sto a raccontarvi del mio personaggio preferito, ossia Eugénie, oscura e contorta fino all'eccesso nei suoi modi di ragionare, di arrivare a una conclusione o nel prendere una decisione. La si scopre in totalità, fatta di razionalità ed emozioni, che verranno fuori come la lampada di Diogene, di cui porta il tatuaggio, lasciandoci sorpresi e confusi.
Questa nuova indagine, cruenta, fatta di mostri e bassezze dell'animo umano, porteranno la squadra a confrontarsi con la difficoltà di chi fa questo mestiere, di chi ogni giorno fa in modo che i mostri restino nascosti, in cantina, nei bassifondi, da cui, non si sa mai perché, cercano di emergere a ogni costo e a danno di persone che in qualche modo, non c'entrano nulla.
La prima indagine non è fatta per persone deboli di cuore, occorre coraggio e anche un filo di elasticità mentale per comprendere il mondo che scorre attorno a questi ragazzi che si ritroveranno proiettati nell'oscurità e nel dubbio e in 'casi umani', molto, ma molto particolari.
Si andrà a visitare una nuova terra, si scopriranno personaggi che ho amato moltissimo, con un legame alla loro 'regione' e con una simpatia travolgente, che spero, verranno recuperati in qualche altra nuova avventura.
Lo stile di Morlupi è fluido, scorrevole, intermezzato dall'amore per l'arte, l'immancabile francese, e la vasta cultura di cui è fatto il suo animo. 
Tutto questo lo riverserà sul suo 'alter ego' Ansaldi e sulla sfuggente Eugénie, etichettata 'pinzuta' (ne scoprirete il motivo e sorriderete) e sull'agente Caldara, che scoprirete più umano che mai e collante di questa macabra avventura.

Biagio Maria Ansaldi non era magro né muscoloso. Di corporatura forte, superava i cento chili. Il suo metro e settantacinque non poteva certo bilanciare in maniera corretta il peso. La pancia era vistosa anche se dovuta più all’alimentazione malsana, a base di cibi precotti e surgelati, che a quantità elevate di cibo. La pelle, esente da tatuaggi, piercing o cicatrici, era bianco latte, senza il minimo accenno di abbronzatura e con una forte presenza di acne. Tuttavia il poliziotto cinquantreenne di Roma possedeva un suo fascino. La barba folta brizzolata, unita a degli occhiali tondi blu da bohémien, gli davano un’aria da attore teatrale. Gli occhi neri, esaltati dalla particolare montatura, erano intensi, penetranti e grandi. Il viso, malgrado il peso, era asciutto e sottile. Lo sguardo infine, aiutato dagli zigomi alti, donava al commissario un’aria nostalgica che avrebbe potuto fare stragi di cuori.

Amo questa descrizione di Ansaldi, questo spaccato dell'uomo comune che non faticherete a immaginarvi e ad apprezzare, soprattutto per la sua incredibile umanità e che, in questo episodio, comprenderete più a fondo, tra manie, tic e tutto ciò che fa di lui quello che è.
La trama funziona, non ci sono battute d'arresto, le indagini sono credibili sia nei tempi che nelle pause (e ne so qualcosa, personalmente), la parte filosofica e psicologica danno un qualcosa in più a questo libro che, cronologicamente è il primo, ma che - come detto - ha più senso inserirlo come seguito.
Non è uno di quei libri tediosi in cui si analizza ogni dettaglio in modo scientifico e freddo, ma il lettore partecipa all'indagine e si sente 'attivo', come se desse suggerimenti, vedendoli, dopo poche pagine, realizzati (una sorta di interattività letteraria? si potrebbe dire così!).
Emozioni ce ne sono, immancabili siparietti, citazioni e indagini approfondite, vi faranno terminare il libro in men che non si dica, e lasciar andare un sospiro... di che tipo, lo deciderete voi.
Per dirlo alla Morlupi, "ça va san dire", no?
Buona lettura!


                      



Si ringrazia la Salani Editore per la copia ARC per il blogger.






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