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giovedì 17 dicembre 2020

Recensione per Chiara Casalini con "Gioco Sporco"

Ritorna Chiara Casalini ad allargare il mondo che gira intorno a Nika e al 'Randagio'.
Avete già letto i due libri a cominciare da "Nica - la schiavitù del silenzio" e "La casa di incubi e stelle"?
Se l'avete fatto potete continuare a leggere, altrimenti vi rimando alla prossima, giusto per non fare spoiler.



TRAMA

Nika e il Ronin, una cantante e un criminale. La musica li porta a incontrarsi e il sesso occasionale diventa un gioco.
Nika è stata spezzata dalla vita e in lui vede l’occasione per imparare qualcosa e liberarsi dai demoni del passato, nonostante il pericolo. Il Ronin trova in lei la preda perfetta, un’anima che non vuole piegarsi. È una sfida che rompe la noia e gli permette di fare ciò che più lo diverte: entrare nella mente altrui per manipolarla e soggiogarla.
Quanto sapranno giocare sporco per i propri scopi?
Disclaimer: Il racconto è un prequel di “La casa di incubi e stelle” e “Nika. La schiavitù del silenzio”. Contiene scene e linguaggio espliciti, per cui la lettura è consigliata a un pubblico adulto e consapevole.

RECENSIONE

Come vi accennavo, si parla di un racconto breve, un prequel alle due storie citate. 
Ammetto che per chi come me le ha lette, è come un viaggio all'indietro nel tempo, volto a comporre il puzzle di Nika e il suo oscuro passato.
Ritrovare lei, Lisa, Jail, Black e gli altri Midcrime è come un ritorno a casa, a salutare gli amici, anche se in questo caso, è un ritorno un po' amaro.
Se avete sofferto per Nika, sapete quanto sia stata dura la sua vita, quanto dolorosa la sua storia e sarebbe normale sperare che sia finita, che ci sia stata scritta la parola 'FINE'.
Ma questo racconto apre una finestra su un episodio, duro e crudo, che arriva fino all'anima prepotente come una scudisciata. 
Rivedere Nika nei suoi 'vecchi panni' e comprendere il suo rapporto con il 'Ronin' è una sorta di scorticata all'anima, vien voglia di proteggerla non da lui, ma da se stessa.
Eppure lei indomita e fiera lo affronta, gli tiene testa, restando in silenzio quando la situazione può degenerare, furba e razionale quando gli eventi stanno crollando.
E' una lotta tra due anime ruvide, lui racchiuso nel suo bozzolo da cui terrorizza i suoi uomini e coloro che lo circondano mentre il fantasma di Mimì continua a perseguitarlo; lei che mura il ricordo di Fede e di ciò che le provocava in una parte della mente, circondata da concentrici percorsi di chiusura.
Ciò che ne viene fuori è un assolo di voci silenziose, ma rabbiose, che cercano, attraverso il sesso duro ed esplicito, di soffocare volti e nomi di cui non si vuol lasciare neanche il ricordo.
L'autrice non usa una narrazione dolce, né romantica, ma ruvida, quasi graffiante verso il lettore, come a comunicare che la vita non è fatta di principi azzurri e cene a lume di candela, che l'amore non è un cuore rosa che palpita nella notte, ma un ricordo tremendo e vivido di ciò che si compie in nome di quel fantomatico 'amore'.
Riuscirete a uscirne 'vivi'? In questo caso avrete aperto gli occhi su situazioni ed episodi che nella vita di tutti i giorni sono vissuti da tante donne e Chiara, con il suo urlo di carta, un po' dark, un po' metal, ci fa arrivare dritto al cuore chiedendoci di ascoltarlo.
Apprezzo molto l'autrice per la schiettezza con cui parla al lettore, per il rapporto quasi duale che stabilisce con chi legge, lasciando scivolare i suoi sentimenti e i suoi messaggi, scritti devo dire con un pizzico di invidia, in un linguaggio corretto, incisivo e puntuale.
Vi lascio alla lettura, aspettando e consigliando all'autrice, di scrivere una serie di racconti come questi che aprono uno spaccato e un punto di osservazione su personaggi e storie non ancora raccontate.





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